La annosa e lunghissima battaglia tra i grandi campioni del passato, quelli che hanno reso leggendario il Texas Hold’em, e le nuove leve provenienti soprattutto dal poker online, continua a essere un tema particolarmente caldo. Soprattutto negli Stati Uniti e più in generale a livello internazionale. Se non altro perché alcune delle nuove leve del poker mondiale non sono più solo a stelle e strisce.
Per cercare di analizzare ancora meglio la situazione attuale, è intervenuto ancora una volta Doyle Brunson. Forse è lui, più di chiunque altro, ad avere un quadro completo della situazione del poker lungo gli ultimi sessant’anni. Un giocatore capace di essere considerato un pioniere del gioco, ma anche un uomo al passo con i tempi. Non fosse per altro che per il rispetto che anche le nuove leve del poker gli porgono in maniera incondizionata.
Nel corso di un lungo botta e risposta avvenuto su Twitter, Texas Dolly ha fatto capire che ci sono tanti grandi giocatori attualmente in circolazione. Ma difficilmente qualcuno di loro potrebbe tenere botta con i vecchi campioni che hanno fatto la storia: “Prendete i 10 giocatori inseriti in quella lista e mettetela a confronto con i vari Rast, Seiver, Angry, Haxton o altri regular delle partite nella Bobby’s Room. Ecco, vedrete che questa top 10 non regge il confronto con la realtà. Non dico assolutamente che i giocatori indicati nella classifica siano scarsi. Anzi, sono dei campioni. Ma quelli da me citati, sono al momento una spanna sopra”.
Dunque Brunson non intende sottovalutare gli attuali fenomeni che dominano la scena pokeristica. Ma al tempo stesso sottolinea la tempra e le qualità tecniche e mentali dei campioni che hanno posto le basi per questa storia fantastica: “I giocatori delle nuove generazioni hanno una marcia in più. Hanno un altro passo. I migliori sono Brian Rast e Scott Seiver senza ombra di dubbio. Anche se il più vincente degli ultimi anni, in queste pesanti partite, è David Oppenheimer. Meritano una citazione anche Isaac “Ike” Haxton e Jason Koon. Insomma, giovani e dannatamente bravi. Se portiamo i 10 giocatori indicati in quella lista, nell’attuale contesto della Bobby’s Room, non credo possano reggere il confronto”.
Qualcuno, nel corso del botta e risposta via social, ha storto il naso. In questo elenco di giocatori manca Phil Ivey, forse il migliore di sempre. Brunson ha espresso il suo pensiero sul giocatore californiano, non risparmiandogli una piccola ma significativa stoccata: “Il vecchio Phil Ivey era senza ombra di dubbio il numero 1 per distacco nel poker di 10 anni fa. Poi è volato alla volta dell’Asia e troppe partite tra Macao e la Cina lo hanno fatto declassare. Diciamo che non è più astuto come lo era una volta. Il talento da solo non basta”.
E dopo aver punzecchiato un amico e grande campione, Doyle Brunson ha parlato di un grande campione del passato. Parliamo di Chip Reese, uno di quelli che gli ha dato grande filo da torcere: “Ho avuto la fortuna di giocare con tantissimi fenomeni nella storia del poker, ma il più talentuoso di tutti è stato senza ombra di dubbio Chip Reese. In nessun altro giocatore ho riscontrato così tanto talento. Era impressionante”.