La storia dei tornei di poker live ci ha regalato pagine indelebili per questa disciplina. Nel corso degli anni passati abbiamo assistito a mani incredibili che hanno fatto la storia; abbiamo visto nascere grandi campioni che hanno mantenuto standard pazzeschi per diverso tempo. Abbiamo al tempo stesso visto apparire delle vere e proprie meteore, capaci di piazzare il più classico degli one shot. E abbiamo visto anche dei veri colpi di coda pazzeschi, come quello di Chris Moneymaker che pagando una trentina di dollari vinse il Main Event delle World Series of Poker.
Ma anche il poker, oltre a dare, spesso riesce a togliere. Toglie la gioia, toglie le emozioni, toglie i brividi. Quasi sempre tutto ciò accade per mano degli stessi giocatori o degli addetti ai lavori. Com’è accaduto ad esempio in quella (purtroppo) celebre tappa del Partouche Poker Tour del 2009, in cui a rimetterci fu l’indimenticato Gianni Giaroni. Fu quella una delle pagine più nere della storia del gioco.
In quella occasione – siamo vicini all’undicesimo anniversario – Gianni si era ritrovato 3 left in un evento che assegnava ben 350mila euro al vincitore. Al suo cospetto c’erano due giocatori francesi, Cedric Rossi e Jean-Paul Pasqualini, che ben presto si resero protagonisti di una vera e propria truffa. A quel punto del torneo Giaroni era chipleader, ma il suo stack subì una lenta e costante riduzione a causa delle giocate a dir poco discutibili dei due padroni di casa.
Gianni Giaroni fu eliminato in terza posizione, la vittoria finale andò a Pasqualini, ma l’italiano non le mandò a dire dopo la fine del torneo. Parlò chiaramente di brogli al tavolo da parte del duo transalpino. In un primo momento le accuse da parte dell’esperto giocatore azzurro caddero nel dimenticatoio: qualcuno le prese come una vera e propria rosicata. Ma più avanti, quando ormai Giaroni non poteva più difendersi in quanto deceduto, venne fuori la verità.
Un video pubblicato su Youtube smascherò i due giocatori francesi, autori di gesti che potevano sembrare incomprensibili ma che, dopo un’attenta analisi, facevano parte di un linguaggio in codice. Questo serviva a Rossi e Pasqualini per comunicarsi le carte che avevano, specialmente quando erano in possesso di mani forti come le coppie “alte” o le Broadway. Una situazione che li aiutò a far eliminare Giaroni e giocarsi l’heads up “in casa”.
Lo scandalo del Partouche Poker Tour del 2009 non si è fermato ai confini italiani. Anche perché già nell’edizione successiva ne successero di tutti i colori. Come in una mano del Final Table che vide protagonista Mustapha Kanit. L’emiliano avrebbe in teoria vinto una mano che ne aveva evitato l’eliminazione. Al suo avversario – guarda caso un altro francese – fu però concesso di recuperare le carte dal muck dopo aver chiaramente foldato. Il dealer chiuse un occhio, rese la sua mano valida e decretò l’eliminazione di Mustacchione.
In quella stessa edizione fece scalpore la squalifica del tedesco di origini turche Ali Tekintamgac, reo di farsi svelare le carte degli avversari da un compiacente blogger che lo aiutò ad andare avanti. Un altro esempio di quanto il Partouche fosse tutt’altro che un torneo onesto...