Il suo nome è uno di quelli che hanno fatto la storia del poker high stakes, soprattutto negli ultimi anni. Da un po’ di tempo non lo si vede più ai tavoli, ma possiamo assicurarvi che averlo allo stesso tavolo era la cosa che ogni giocatore di poker desiderasse di meno. Stiamo parlando di Dan Cates, meglio noto in giro per il mondo come Jungleman. Al suo nome sono legate alcune tra le imprese più belle nella storia del poker live, ma sappiamo bene quanto fosse forte anche online.
In una recente intervista, però, Dan Cates ha voluto parlare prima della situazione legata alla pandemia di Covid-19. Anche lui l’ha vissuta da vicino e l’ha combattuta, facendo capire quanto siano stati duri tutti questi giorni bloccato in casa: “I primi giorni sono stati sicuramente i più duri. Quelli del lockdown, fra pessime notizie che arrivavano dal mondo esterno e l’incapacità di comprendere bene quello che stesse succedendo. Poi mi sono detto che quei giorni forzati di clausura potevano essere lo stimolo per aprirsi a nuovi mondi e nuove esperienze“.
Nel frattempo, però, Dan Cates si è dato da fare. Non è rimasto a guardare e si è organizzato per continuare a lavorare e soprattutto intrattenere il pubblico e i fans: “Ho creato un team di lavoro con alcuni ragazzi che collaboravano con me da tempo. Da loro ho appreso lezioni di cucina, lezioni di ballo, corsi di comunicazione e molto altro ancora, fra cui alcune sessioni da DJ in consolle con dirette streaming. Mi sono trasferito per qualche settimana a Londra, appena sono stati riaperti i collegamenti aerei con gli USA e qui ho radunato il mio team. Devo dire che in cucina sono migliorato tantissimo grazie a questi ragazzi e anche nel ballo me la cavo alla grande“.
Il grande obiettivo di Dan Cates era quello di mettersi alle spalle tutto, magari con una bella festa. Ma le cose sono andate diversamente… “Nel periodo in cui ero a Londra mi è stato chiesto di mettere in piedi un mega party esclusivo per quando sarebbe terminata la pandemia. Una sorta di evento per festeggiare la fine di un incubo, ovviamente in un luogo esotico e spettacolare. Dopo qualche ricerca, la mia scelta è ricaduta su Zanzibar nell’oceano Indiano, davanti all’Africa. Avevo però bisogno di qualche contatto per sondare il terreno e scegliere la miglior location possibile“.
Ma a prescindere da questa pandemia, Dan Cates vorrebbe fare qualcosa di buono per il poker. Una vera e propria accademia. Tanto da avere già qualche nome in mente: “Voglio coinvolgere più persone possibili nel mondo del poker. Soprattutto ho intenzione di portare ai tavoli una nutrita schiera di vip che non hanno mai giocato e che non dispongono di alcuna conoscenza del gioco stesso. Tramite il mio team stiamo mettendo in piedi proprio una scuola di poker per personaggi famosi che vogliono avvicinarsi al poker e necessitano di lezioni per apprendere le strategie di base. Coinvolgere questi personaggi, anche con interviste, podcast e quanto altro, aiuterà il poker anche a raggiungere altri giocatori. Voglio che siano da traino per il grande pubblico“.
Non mancano, durante l’intervista, alcuni riferimenti ai suoi fasti vincenti. Da una parte c’è l’analisi di certi avversari, come nel caso di Phil Ivey. Ma Dan Cates ha parlato anche delle amicizie che ci si può fare al tavolo: “Ivey è davvero una montagna difficilissima da scalare. Non riesci mai a capire cosa possa avere in mano e ha delle letture fuori dal comune. Molto tosti lo sono anche i vari Ike Haxton, Phil Galfond, Matt Ashton e Timofey Kuznetsov. Ecco, la mia personale top five dei giocatori più forti racchiude questi players. Crearsi amicizie nel poker non è facile. Ci sono tantissimi squali. Io però alla fine non posso lamentarmi e credo di aver stretto un rapporto molto bello con i vari Justin Smith, Rob Flink, Ben Lamb e Rui Cao. Ma la persona più bella, con cui ho legato in questi anni, è senza dubbio Philip Gruissem“.