Dario Sammartino da Fedez: “Vi racconto le mie origini, a Napoli non mi pagavano”

Il poker italiano ha avuto finalmente la cassa di risonanza che merita, ormai da qualche anno, grazie  a una serie di grandi campioni che stanno scrivendo la storia del nostro gioco preferito. Tra questi spicca senza dubbio Dario Sammartino, il partenopeo che sta mettendo a segno grandissimi risultati ormai da qualche anno. Uno tra questi è il secondo posto nel Main Event delle World Series of Poker del 2019.

 

 

Dario è stato ospite di Muschio Selvaggio, il podcast condotto da Fedez e dal noto youtuber Luis Sal. Sammartino ha raccontato, nella prima parte di una lunga intervista, le sue origini ma anche qualche dettaglio molto interessante, soprattutto per quel che riguarda il poker online ma anche la possibilità di giocare in giro per il mondo. La grande curiosità dei due conduttori del podcast ha fatto sì che venisse fuori una chiacchierata molto interessante.

 

Dario ha iniziato parlando dell’inizio della sua carriera pokeristica. Una primissima parte non facile, soprattutto quando giocava live a due passi da casa: “Io ho iniziato per passione, nei circoli di Napoli quando non era ancora legale. Ho giocato anche con la gente peggiore, nei primi tempi è stato terribile, c'erano situazioni strane. All'inizio non sono stato pagato, in due partite ho vinto 165mila euro ma non me ne hanno dato neanche uno. Proprio per quello ho iniziato a giocare online, poi ho iniziato a giocare in tutto il mondo. Dopo aver passato tutto questo, è stato tutto più semplice”.

 

Inevitabile è stato l’argomento legato alle tasse che si pagano su una grande vincita in un torneo live. Dario, che ha portato a casa circa 14 milioni, ha spiegato tutto nel dettaglio: “Quando vinci in un torneo, la percentuale reale di profit che "vedi" è circa il 30-40%. Però parliamo di vincite nei tornei. Le tasse? Dipende. Se vinci in Italia o in Europa non paghi le tasse, perchè per la Comunità Europea sono vincite già tassate. Negli Stati Uniti, se sei residente italiano, dovresti pagare le tasse. Però è una mezza truffa: se a Las Vegas giochi un torneo da un milione di euro di buy-in e torni a casa con un milione, l'Italia vuole il 30% su quel milione anche se tu hai zero guadagni”.

 

Dario Sammartino, che ha fondato nel frattempo la University of Gaming, ha parlato anche di poker online. E anche in questo caso le parole non sono poi così tenere: “Io gioco tanto online, ma ora è diventato un po' una me**a. Ci sono troppi solver, ovvero software che ti dicono come giocare. Saperlo utilizzare è una skill, ma ti toglie il bello del gioco, la competizione con gli altri giocatori. Anche bluffare è una skill. C'è tanta psicologia, c'è tanta matematica e capacità di fare calcolo, fin dal momento in cui decidi di entrare in una mano. Calcolare le percentuali è molto più semplice di quel che sembra”.

 

Una delle domande che ci si poteva aspettare è quella riguardante la fortuna e altre skill reali. La risposta di Dario, a nostro parere, è stata più che esauriente: “C'è la fortuna che può incidere sulla singola partita, sul lungo periodo sicuramente no. Se fosse quasi solo fortuna, vorrebbe dire che io sono fortunato da 12 anni. La skill migliore che bisogna avere è l'empatia, quindi capire sensazioni ed emozioni delle persone, se hanno coraggio e come usano i soldi”.

 

A breve proporremo anche la restante parte dell’intervista di Dario Sammartino a Muschio Selvaggio.

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