I motivi per cui non si performa nel poker secondo Charlie Carrel

Spesso e volentieri, i più forti giocatori di poker si trasformano in veri e propri dispenser di consigli per tutti quelli che vogliono intraprendere una carriera da professionista. In altre occasioni, invece, capita che siano gli stessi player a dare dei motivi per cui non si riesce a fare bene al tavolo. Una serie di bocconi amari da digerire, ma che dovrebbero farci riflettere sulle nostre performance nelle sessioni di gioco.

 

 

Questa volta è stato il turno di Charlie Carrel, uno di quelli che potrebbe tranquillamente dare insegnamenti su come fare un’ottima carriera ad alti livelli. Il player inglese, sfruttando i suoi canali social e video, ha deciso di stilare una lista di 5 motivi per cui non si gioca bene a poker. Cinque motivi uno più valido dell’altro, fino ad arrivare a quello più difficile da digerire. Ma ci arriveremo più avanti.

Bankroll e livelli di pensiero

Carrel – come hanno riportato e tradotto i colleghi di ItaliaPokerClub – ha iniziato parlando di bankroll, uno dei tasti dolenti per i giocatori amatoriali: “La gestione del bankroll è molto noiosa per molti giocatori, so che a volte volete soltanto tentare uno shot. E a volte va anche bene investire molti soldi in un solo torneo, ma deve essere fatto in una maniera intelligente. Ho visto molti andare broke, io stesso sono andato rotto due volte nella mia vita. Secondo me devi trovare la strategia che fa per te, scriverla su un foglio, appenderlo, e per qualunque ragione al mondo seguila, sempre”.

 

Il passaggio successivo riguarda la fiducia nei propri mezzi. Alle volte manca, alle volte ce n’è pure troppa. Carrel invita tutti a trovare una via di mezzo: “Molta gente non si accorge nemmeno di avere questo problema. Pensano di essere pronti, poi sento il loro thought process e vedo che sono scared, temono di essere outplayati o evitano certe mosse perché hanno paura che gli avversari leggano la loro mente. Questa mentalità, se viene portata al tavolo, ti condanna. Non sopravvalutate i vostri avversari. Ho visto questa cosa distruggere giocatori e la loro motivazione. Devi essere consapevole di poter vincere a un certo livello”.

 

Anche i livelli di pensiero sono fondamentali da approfondire. E non tutti riescono a seguirli in maniera precisa, secondo Carrel: “Un pessimo thought process può distruggere un giocatore, e può durare per una carriera senza che ce ne si renda conto. A volte è il risultato di un pessimo coaching, o che non è adatto a quel giocatore. Sento neo giocatori parlarmi di range advantage, e non sanno i principi della c-bet. Conoscono blocker, polarizzazione, merging, e poi non sanno stimare quanto folderebbe un avversario a una bet di 1/2 pot. Consiglio per tutti: prima di pensare a cose più complesse, diventate maestri dell’analisi dei range e trovate un coach che sia adatto a voi”.

Sei in grado di giocare?

La meditazione è un altro aspetto importante per performare ai tavoli. Lo ribadisce il giocatore britannico: “Ne abbiamo già accennato, ma è un argomento enorme di cui bisogna parlare. Vedo troppi giocatori con ottime potenzialità essere giocatori perdenti. Perché non credono abbastanza in loro stessi, perché sono troppo aggressivi ai tavoli, per chissà quale motivo. Curate la vostra mente: una buona dieta ad esempio. Meditate! Se giochi a poker e non fai meditazione stai bruciando soldi! La meditazione mantiene il thought process limpido e preciso, sempre A-Game, razionale e calmo. Per ogni persona comunque è diverso, e devi imparare a conoscerti, conoscere le tue emozioni”.

 

Infine c’è la domanda più dolorosa da parte di Carrel: sei tagliato per giocare a poker? Sfortunatamente alcuni cervelli non sono tagliati per il poker. Io ho la fortuna di essere molto analitico e matematico, hai anche bisogno di intuizione razionale, un po’ di psicologia e alcuni non sono portati a queste cose. Non vi mentirò, si può migliorare e impegnarsi all’infinito, ma un po’ di talento è necessario. Alcuni vendono ancora il sogno di “chiunque può diventare campione“. Sì, il sogno è ancora vivo, ci sono ancora molti soldi da prendere e in maniera facile, ma non è per tutti. È un peccato vedere persone perdere anni della loro vita a faticare per questo obiettivo senza ottenere mai risultati. So che è triste e difficile, ma dovresti riflettere davvero su te stesso e capire se sia il caso di lasciar perdere”.

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