Il Crown Resort di Melbourne continua la battaglia per la sopravvivenza

Nei giorni scorsi ci siamo occupati dei problemi che stanno attanagliando il Crown Resort. Stiamo parlando della struttura che per diversi anni e fino al 2020 è stata la casa dell’Aussie Millions, il grande torneo che dà tradizionalmente inizio a ogni stagione del poker live.Lo abbiamo fatto attraverso un dettagliato articolo in cui abbiamo analizzato la situazione per filo e per segno. Ma in questi ultimi giorni sono emersi nuovi dettagli, che di certo non depongono in favore dei vertici della struttura.

 

 

L’obiettivo dei vertici del Crown è quello di ripulire la propria immagine, dopo lo scandalo scoppiato nelle scorse settimane. Il nuovo step effettuato dai vertici della società è stato quello di interrompere qualsiasi contatto diretto con i partiti politici in Australia. Con un breve comunicato diffuso attraverso l’Australian Security Exchange, infatti, è stata resa nota la cessazione delle donazioni politiche, monetarie o in natura.

Non basta ancora

Il rapporto NSW Bergin, quello che per il momento sta mettendo in ginocchio Crown, rischia di porre fine a un impero che va avanti ormai da diversi anni. Nel frattempo Victoria e Western Australia, le due “contee” australiane in cui Crown gestisce le proprie strutture, hanno avviato delle Royal Commissions che serviranno a valutare l’idoneità della società nel mantenimento delle licenze per gestire i casinò nelle suddette strutture.

 

Una situazione tutt’altro che agevole per uno dei colossi del gaming live nella terra dei canguri. Finora sono arrivate le dimissioni di cinque membri del consiglio di amministrazione. Oltre a loro hanno lasciato la società anche l’amministratore delegato, il consigliere generale e il segretario dell’azienda. Una situazione che però nelle prossime settimane dovrebbe vedere la luce, in un senso oppure in un altro.

 

Nel frattempo una parte politica si schiera in favore dell’ultima mossa attuata da Crown in merito ai rapporti con la politica. Il parlamentare Andrew Wilkie, da sempre contrario al gioco d’azzardo in Australia, si scaglia contro chi ha accettato donazioni dalla società: “Francamente nessun partito politico dovrebbe accettare donazioni da qualsiasi società di gioco d'azzardo, e ora le parti sono sotto pressione affinché seguano l'esempio di Crown e promettono di porre fine alla loro dipendenza dall'industria”.

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