Johnny Moss e il Main Event WSOP perso… per fretta

I favolosi Anni Settanta sono stati quelli in cui si verificò il boom economico in diversi Paesi del mondo. Era anche il periodo in cui venivano fuori i primi movimenti controcorrente, tra cui i cosiddetti “figli dei fiori” che cercavano di fare da contraltare alla Guerra Fredda in atto tra gli Stati Uniti e la Russia. Ma quel periodo fu anche quello in cui nel Paese a stelle e strisce scoppiò un altro boom, ovvero quello per il Texas Hold’em.

 

 

Una variante del buon vecchio poker che ormai stava spopolando in tutti i casinò della nazione, in particolare nella città che più di tutte rappresenta il fascino del gioco d’azzardo: Las Vegas. Proprio nella Mecca del gioco si giocavano le World Series of Poker, ai cui tavoli si alternarono giocatori destinati a scrivere la storia del poker, oltre a mettere la propria firma su eventi da consegnare alla leggenda assoluta.

 

Uno di questi rispondeva al nome di Johnny Moss, riconosciuto da tutti come uno dei più grandi giocatori a essere mai transitato dai tavoli delle World Series of Poker. In quegli anni Johnny si giocava i più importanti tornei americani con altre leggende del gioco, come Doyle Brunson e Amarillo Slim in particolare. E nel 1973 stava avendo la possibilità della vita, ovvero quella di portarsi a casa il Main Event delle WSOP.

 

In quella occasione erano rimasti tre giocatori al tavolo, dopo l’eliminazione di un Bobby Brazil piuttosto parsimonioso e pronto ad attendere che gli altri si “scannassero” tra loro. Ben presto, però, sarebbe arrivata l’eliminazione anche per Jack Straus che uscì di scena in terza posizione non senza qualche rimpianto. Si giunse dunque al tanto atteso heads up, che avrebbe messo di fronte Moss a un altro grande campione come Walter Pearson.

 

Quest’ultimo era meglio noto come Puggy, per via di quel naso schiacciato che lo rese celebre quasi quanto le sue imprese ai tavoli da poker. Sulla carta, osservando sia gli stack che la dinamica del tavolo finale, il grande favorito era Johnny Moss. Ma ben presto la situazione si invertì, anche perché nel frattempo Pearson ebbe una geniale intuizione. Si accorse, infatti, che c’era qualcosa di insolito nel comportamento del suo avversario.

 

Johnny era piuttosto irrequieto, come se avesse la testa da un’altra parte. Ma ben presto fu tutto chiaro: Moss aveva fretta di chiudere perché era stanco. Era rimasto sveglio anche la notte precedente per procedere con il torneo, e avendo 67 anni passare un’altra notte in bianco non era il massimo. Anche perché al suo fianco, come di consueto, c’era la moglie Virgie che rimaneva lì a fare il tifo per lui.

 

Da qui ci fu il cambio di marcia di entrambi i giocatori, ognuno con motivi e dinamiche diverse. Da una parte Johnny Moss aumentò tantissimo la percentuale di mani aperte, anche in bluff; dall’altra parte Puggy che capì l’andazzo ed entrava anche con mani meno forti, ma per le quali sapeva di essere in vantaggio. Finchè non arrivò il ribaltone in favore di Pearson, prima della mano decisiva di quel Main Event WSOP.

 

Puggy si presentò allo showdown con A-7 di picche contro il K-J off di Moss. Il flop Q-10-3 con due picche regalò flush draw a Pearson e una scala bilaterale a Johnny. Tuttavia scesero due blank card che fecero trionfare Puggy. Per quello che fu il primo Main Event deciso per… fretta.

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