L’edizione 2021 delle World Series of Poker va avanti senza sosta e senza alcun tipo di distrazione, sia da parte degli organizzatori che per quanto riguarda i giocatori che vi stanno prendendo parte giorno dopo giorno. C’è fin troppa voglia di tornare alla normalità e di trovarla con una certa costanza, soprattutto dopo due anni in cui i tavoli del Rio All Suite Hotel and Casino di Las Vegas sono rimasti vuoti.
C’è da dire però non mancano le assenze pesanti nel field dei partecipanti a questo grande evento che torna dopo più di due anni. Uno dei forfait più pesanti e più evidenti è senza dubbio quello di Phil Ivey. Il campione californiano, forte dei 10 braccialetti vinti in carriera, è ovviamente uno dei giocatori più iconici nella storia recente delle WSOP. Tuttavia la sua posizione è irremovibile in merito alla sua assenza.
Non sono un porcellino d’India
In questi giorni Phil è stato protagonista di una sessione di cash game high stakes all’Hustler Casino di Los Angeles, una partita a livelli da 200/400 dollari che in realtà non lo ha visto particolarmente in forma. Si può dire senza timore di smentita che Ivey non abbia onorato affatto uno dei luoghi della sua crescita pokeristica, qui dove Larry Flint subì proprio da lui una delle peggiori batoste in carriera prima di morire.
Tornando all’assenza dalle WSOP, è stata inevitabile una domanda che Tom Dwan ha posto al suo grande rivale dello scorso decennio sui tavoli di tutto il mondo. La domanda di Durrrr era relativa all’eventualità che Ivey fosse vaccinato. La risposta è stata emblematica: “Non sono un porcellino d’India”. Un modo come un altro per dire di non essersi fatto inoculare il siero anti-Covid o per dire che chi lo ha fatto non è altro che una cavia.
Dunque niente vaccino e niente World Series per Phil Ivey, ma non solo per lui. Una decisione netta che però non gli sta negando di giocare a poker live.