Si conclude con ogni probabilità la carriera di uno dei personaggi più noti e più influenti nella scena del gambling su scala mondiale, in particolare in quella nicchia all’apparenza intoccabile che è Macau. Il soggetto in questione ha un nome e un cognome particolarmente noti tra gli appassionati e tra i gestori dei casinò del continente orientale, ovvero Alvin Chau. Per lui la storia con i casinò potrebbe essere giunta al capolinea.
Il noto uomo d'affari e giocatore d'azzardo con pochissimi limiti è stato arrestato dalle forze dell'ordine cinesi. L'accusa è quella di aver favorito il gioco d'azzardo transfrontaliero rendendolo illegale, oltre ad aver riciclato denaro in maniera sporca. Alvin Chau è infatti considerato un junket, ovvero un soggetto che presta denaro ai giocatori in maniera a dir poco discutibile, in modo da indurli a tornare a giocare a Macau.
La fine di un re
Alvin Chau ha intrapreso una strada già tracciata da un altro famosissimo giocatore d'azzardo nonchè grande interprete del cash game high stakes, ovvero Paul Phua. Quest'ultimo è stato arrestato cinque anni fa durante i Mondiali di calcio a causa di un giro di scommesse illegali insieme ad altri 10 suoi collaboratori. Ma la vita dei junkets non si è di certo fermata di fronte a questo piccolo incidente di percorso, tanto che Chau lo ha dimostrato.
Grazie alla presenza di soggetti come Chau o in precedenza Phua, era possibile per i giocatori provenienti da tutto il mondo e i facoltosi uomini d'affari e appassionati di gambling aggirare il limite di esportazione di valuta all'estero. Attualmente questo limite ammonta a 50mila dollari ogni anno. In questo modo è possibile far circolare una quantità industriale di denaro ai tavoli di Macau. Ma con questo nuovo arresto potrebbe essere stata dichiarata guerra ai junkets.