Quando parliamo di Doyle Brunson, il nostro riferimento è a una vera e propria icona del poker su scala mondiale. Un uomo straordinario che ha portato all’apice il gioco quando ancora erano in pochissimi a conoscerlo. Ma al di là del grande giocatore e del pioniere del Texas Hold’em c’è ovviamente un grande personaggio da conoscere e da vivere in maniera molto intensa. Motivo per cui vogliamo approfondire alcuni aneddoti che lo riguardano.
Come quello risalente al 1972, legato proprio al Main Event delle World Series of Poker. Doyle era uno dei tre giocatori rimasti in corsa per portare a casa il titolo, insieme ad altri due colossi come Amarillo Slim e Puggy Pearson. Durante una pausa, i tre si fermarono a riflettere su cosa avrebbe significato diventare campione del mondo. Brunson si rese conto che avrebbe preferito rinunciare al premio pur di non diventare troppo famoso. Così lasciò vincere il buon Amarillo.
Poker, pistole ed errori
Diversi anni fa Texas Dolly stava giocando una partita di cash game high stakes, in cui stavano circolando diverse centinaia di migliaia di dollari. A un certo punto, un uomo ha fatto irruzione nella sala privata, che si trovava in una via ribattezzata Bloodthirsty Highway, e ha fatto partire un colpo di pistola. Un’altra circostanza simile ha visto Doyle è stato ammanettato durante una rapina. La “cauzione” è stata di 80mila dollari in fiches e 4mila in contanti.
E poi c’è uno dei più classici errori sul piano economico, legato alla sua attività parallela. Stiamo parlando della Doyle’s Room, la poker room fondata da Brunson per cercare di ottenere maggiori profitti. Nel 2011 Paradise Poker aveva fatto una ricca offerta da 235 milioni di dollari per rilevare la società, ma Texas Dolly rifiutò con la convinzione di veder crescere ancora di più l’attività. Per sua sfortuna arrivò il Black Friday che fece fallire tutto.
Ci sarebbero tante altre storie da raccontare, ma vorrebbe dire continuare a scrivere pagine su pagine.