Phil Galfond prova a essere severo ma giusto, spiegando ai giocatori “casuali” che è molto difficile per loro avere successo nel poker: “Non importa quanto pensi di essere preparato, quanto bene credi di poter leggere il tuo avversario: se sei un giocatore casuale contro un professionista ne uscirai sempre perdente. I pro non vogliono che tu pensi questa cosa, ma credo sia utile da sapere per chi si trova in quella situazione”.
Il player americano fa capire che molta gente gioca con la supponenza di chi crede di potercela fare. La realtà è però ben diversa: “Nel poker chiunque può vincere un giorno qualunque, e questo è l'aspetto bello del gioco, e se giochi per divertirti o metterti alla prova... non c'è nulla di sbagliato a giocare contro uno più forte, l'ho fatto anche io. Spesso però la gente gioca senza aver chiaro quanto siano in svantaggio e giocano per ragioni che non sono reali”.
Phil Galfond spiega la realtà
Il fondatore di Run It Once ha anche visto la situazione dal punto di vista dei professionisti: “Trovo divertente che nella mente dei poker pro ci sia questo concetto, hanno un'immagine negativa in mente del fatto che giocare come underdog sia un errore. È normale, perché pensiamo a queste cose quando avanziamo con la carriera. Pensano che chiunque arrivi con un po' di soldi senza saper giocare bene stia facendo una cosa stupida”.
I poker pro spesso tendono a nascondere le proprie doti. Lo scopo è molto chiaro e Galfond ci tiene a ribadirlo: “Temo che i pro siano troppo preoccupati del fatto che se gli amatori scoprono di essere effettivamente underdog allora scapperanno, nonostante i casinò e le sport bet siano settori enormi. Molti professionisti non dico che ti fregano o ti mentono, ma provano a nascondere il fatto che sanno giocare bene”.
Voi state dalla parte di Galfond in questa chiave di lettura?