Una partita di poker può trasformarsi in un momento di grande tensione? Certo che sì, anche se a volte si esagera. Come nel caso della storia raccontata da Barry Greenstein: “Eravamo a Parigi per giocare il WPT all’Aviation Club. Quella sera stavamo giocando una partita di cash game nel casinò, con 800k davanti circa. A un certo punto sentiamo urlare in francese e vediamo un tizio entrare nella poker room con una pistola e dirigersi verso la cassa”.
L’esperto giocatore americano ha parlato anche del modo in cui la sua fidanzata reagì a quella situazione: “Alex, la mia compagna che seguiva la partita in cui stavo giocando, si era appena alzata in piedi e si ritrovò il rapinatore davanti. Quello le urlò qualcosa, lei si spaventò e tornò di corsa nella poker room, poi si mise subito sotto il tavolo. A quel punto tutti i giocatori si resero conto della rapina e la imitarono: si buttarono per terra, sotto il tavolo”.
Lo scherzo di Greenstein ad Ivey
È qui che entra in scena l’altro protagonista della vicenda, Phil Ivey: “Io non mi mossi, rimasi seduto, calmo. Mi era già capitato di vedermi puntare una pistola in faccia e per me era ovvio che quel tizio era interessato solo alla cassa e non a noi. Forse volevo fare un po’ il maschio alfa della situazione, visto che tutti mi dicevano di andare subito sotto il tavolo. Alla fine la mia compagna, che piangeva per la paura, mi tirò sotto il tavolo e io mi ritrovai vicino a Phil Ivey”.
Phil ha avuto anche il sangue freddo di pensare a uno scherzo nei confronti di Greenstein: “Siamo sotto al tavolo e Phil mi fa: “Hey quando finisce tutto questo ricordati che è in corso la nostra prop bet“. Io non ero sicuro che avesse ragione, non ricordavo il momento in cui avevo acconsentito. Ma lui insisteva così tanto e gli dissi che andava bene. In realtà non avevamo stretto nessuna prop bet e ovviamente non fui pagato”.