Se n’è andato in punta di piedi, l’esatto contrario di come è sempre apparso nel poker.
Il britannico Dave ‘Devilfish’ Ulliott non ce l’ha fatta, è spirato lunedì nella sua casa di Hull, vittima di un cancro al colon che lo ha ucciso davvero molto velocemente.
Fino alla settimana scorsa, infatti, alcune foto lo ritraevano intento a suonare la chitarra in compagnia del suo cane, come volesse provare in tutti modi, col suo spirito combattivo, a non darla vinta a quella malattia che, di fatto, era prossima a ucciderlo.
A dare notizia del decesso ci ha pensato via Twitter uno degli otto figli di ‘Devilfish’, i quali, insieme alla moglie Anpaktita, hanno provato a fargli vivere nel migliore dei modi, circondato da quell’affetto che solo la famiglia sa dare, le ultime settimane dei suoi 61 anni, sicuramente troppi pochi per morire.
Questo il tweet comparso nella mattinata di lunedì:
Tantissimi i messaggi di cordoglio comparsi, appunto, sui social network del campione britannico, che nella ‘all-time money list’ inglese è secondo dietro solo a Sam Trickett: per lui 6.200.000 dollari vinti in carriera, impreziosita dal un braccialetto WSOP conquistato nel 1997 e da un titolo del World Poker Tour (2003) che gli valse 600.000 dollari, cifra più alta da lui vinta in 20 anni di presenza ai tavoli.
Ulliott lascia sicuramente un vuoto nel ‘circus’. Personalità forte ed estroversa, faceva parte dei professionisti della ‘vecchia scuola’, di quelli che hanno vissuto un poker aneddotico e ricco di storie da raccontare, tanto lontano da quello che viviamo oggi.
Ha combattuto fino all’ultimo a testa alta il cancro che lo affliggeva, con l’intenzione di poter vincere anche questo vitale ‘heads up’.
Ieri mattina, sempre utilizzando il social network celeste, la moglie ha comunicato luogo e data del funerale, ringraziando ancora tutti, colleghi e non, per quanto dimostrato nei confronti del proprio amato marito:
Rest in peace, Devilfish!