C'era una volta il Texas Hold'em: L'evoluzione del gioco dalla prima edizione delle WSOP attraverso quasi mezzo secolo di storia.



Sale stracolme di giocatori, telecamere, sponsor, massaggiatrici ai tavoli, montagne di chip, tornei che durano intere settimane...questo è il texas hold'em che conosciamo, o per lo meno quello che immaginiamo chiudendo per un attimo gli occhi.

Ma non è stato sempre così, anzi, la popolarità e la complessa struttura dei tornei a cui siamo abituati è semplicemente un retaggio dell'era moderna. Già, perché nel 1970, quando presso il casinò Binion's Horseshoe si teneva la prima edizione delle World Series Of Poker, non c'erano né premi né buy-in da pagare: il tavolo era uno solo, la partecipazione avveniva su invito e il vincitore veniva eletto dagli stessi giocatori tramite votazione.

In tanti considerano il cosiddetto 'effetto Moneymaker' come il vero spartiacque tra due stagioni pokeristiche differenti, dimenticando la svolta epocale che avviene nel 1973. La vittoria della terza edizione – stavolta con un premio in denaro – da parte di Thomas 'Amarillo Slim' Preston suscita per la prima volta l'interesse dei media, grazie anche alla massiccia campagna pubblicitaria messa in atto dal campione in carica in giro per l'America.

La CBS si prende carico di trasmettere in esclusiva i 'campionati mondiali di poker', anche se bisogna attendere gli anni '80, precisamente il 1982, per trovare più di cento partecipanti al Main Event delle WSOP. Il numero sempre maggiore di partecipanti fa lievitare di anno in anno il montepremi aumentando di conseguenza l'interesse degli spettatori, tanto che verso la fine del secondo decennio di storia la trasmissione passa in mano alla ESPN.

E' nel 1991 che la prima moneta raggiunge la fatidica cifra a sei zeri, rimanendo tale per tutti gli anni novanta: il 'milione di dollari' è stato il simbolo del Main Event per quasi dieci anni, ma il bello, come si dice in questi casi, deve ancora venire. Il 2002 è un anno importante per la diffusione del gioco a livello mediatico, e corre parallelo all'esplosione del gioco online. La ESPN infatti utilizza per il primo anno delle telecamere per visualizzare le carte dei giocatori al tavolo e garantire un maggior coinvolgimento agli spettatori.

Chris Moneymaker e Greg Raymer, con le loro vittorie ottenute partendo da un satellite online, contribuiscono a diffondere il mito delle World Series rendendolo 'accessibile' a chiunque. Nel giro di un paio d'anni il primo premio del Main Event raggiunge l'incredibile cifra di 12 milioni di dollari, con quasi 9.000 concorrenti ai nastri di partenza. Siamo nel 2006, l'anno d'oro del poker, e non a caso il vincitore della trentasettesima edizione risponde al nome di Gold, Jamie Gold.

Le edizioni successive non raggiungono un risultato simile ma si attestano attorno ai 7.000 partecipanti; per trovare un altra prima moneta a sette zeri bisogna attendere il 2014. Una scelta fatta a tavolino nel tentativo di attirare più giocatori ai tavoli: il succcesso non è quello sperato ma di certo Martin Jacobson, campione uscente, sarà stato ben felice della decisione.

Riavvolgere il nastro quarantasei anni dopo il primo 'shuffle up and deal' fa un certo effetto, scorrendo i volti dei personaggi che hanno reso celebre il nostro gioco preferito. Dalla leggenda Johnny Moss a miti viventi come 'Texas Dolly', Phil Hellmuth e Johnny Chan, senza dimenticare quel geniaccio di Stu Hungar considerato ancora oggi il pioniere del poker moderno. A novembre un altro nome andrà ad aggiungersi alla lista degli indimenticabili e chissà che non sia giunto il momento per l'Italia di scrivere una pagina importante nella storia delle World Series Of Poker.

 

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