
Quante volte in ambito pokeristico vi è capitato di sentire dagli altri o sulla vostra stessa pelle la sensazione di lasciar perdere? E' possibile che sentimenti di rinuncia o di esaurimento delle energie siano la conseguenza del nemico numero uno del giocatore: il burnout.
Che cos’è il burnout?
Il burnout è una situazione particolare nella quale prima o poi finiscono per ritrovarsi tutti i giocatori che giocano con frequenza. Sotto alcuni punti di vista ha sintomi che sembrano una forma di tilt, ma a differenza di questo si protrae per periodi di tempo più lunghi anche se con intensità minore, più subdola e latente.
Proprio per questo non è da sottovalutare.I giocatori che vanno in burnout sono soliti dire frasi come “questo gioco è terribile”, “perchè continuo a perdere?”, “non si può vincere contro chi non folda mai” e soprattutto “ma chi me lo fa fare?”.
Proprio per questo non è da sottovalutare.I giocatori che vanno in burnout sono soliti dire frasi come “questo gioco è terribile”, “perchè continuo a perdere?”, “non si può vincere contro chi non folda mai” e soprattutto “ma chi me lo fa fare?”.
La causa può essere una bad run più o meno lunga, soprattutto in concomitanza alla stanchezza fisica e alla mancanza di stimoli, ma in molti casi è un misto di fattori stressanti che possono manifestarsi anche durante un periodo di vincita.
Il giocatore in burnout è demotivato ed inizia ogni sessione con un approccio pessimistico, quasi si sedesse al tavolo con un atteggiamento pessimistico. Inutile dire che con una tale mentalità, una perdita economica o di lucidità sono proprio dietro l'angolo.
Capire e affrontare il burnout
Per capire come affrontare questo problema è bene cercare di capire da dove derivi.
Prevedere il burnout è impossibile, spesso infatti si presenta senza alcun preavviso. Si tratta comunque di un problema comune tra i regulars, pertanto è bene essere sempre pronti se dovesse capitare.
Ciò che scatena il burnout è la mancanza di stimoli, che viene accentuata proprio nei momenti in cui i risultati sembrano non arrivare. Una routine piuttosto monotona e stanchezza fisica fanno il resto.
Come per tutte le attività lavorative svolte con una certa intensità nel tempo, questo problema non è una “esclusiva” del mondo del poker ma è conosciuto in ogni contesto nel quale ci si ritrova a fare azioni ripetitive o a contatto con situazioni emotive o economiche altalenanti.
Come per tutte le attività lavorative svolte con una certa intensità nel tempo, questo problema non è una “esclusiva” del mondo del poker ma è conosciuto in ogni contesto nel quale ci si ritrova a fare azioni ripetitive o a contatto con situazioni emotive o economiche altalenanti.
Il burnout è uno scoppio dall'interno molto complesso e sarebbe impossibile valutare un rimedio universale efficace, per cui ci limiteremo a dare qualche consiglio su alcune cause che possono essere più visibili e modulabili sin da subito:
1. Stanchezza
2. Mancanza di stimoli
3. Routine monotona
1. Stanchezza
2. Mancanza di stimoli
3. Routine monotona
Stanchezza
Quando siamo stanchi è molto più semplice finire nella trappola del burnout. Quando ci si accorge di essere in questo stato mentale è bene prendersela con calma e dare un po’ di tregua al proprio fisico. Un paio di giorni a riposo può essere l'unica vera medicina in questi casi.
Il sonno è molto importante: dormire poco ha effetti a dir poco disastrosi sul poker e non solo. Potrebbe essere necessario ripianificare la propria giornata se la routine attuale non concede abbastanza riposo.
Mancanza di stimoli
Quande le cose non vanno troppo bene è normale perdere un po’ di stimoli, l’impressione è quella di perdere tempo.
In realtà ciò che spesso non viene messo in conto è che i periodi negativi fanno parte del gioco tanto quanto quelli positivi. Il profitto è una somma dei due ed è impossibile annullare le perdite.
In realtà ciò che spesso non viene messo in conto è che i periodi negativi fanno parte del gioco tanto quanto quelli positivi. Il profitto è una somma dei due ed è impossibile annullare le perdite.
Prestare troppa attenzione al profitto sul breve e medio termine rischia di generare solo frustrazione o false illusioni, in quanto i risultati su questi archi di tempo sono in gran parte al di fuori del proprio controllo. In sostanza il profitto non può e non deve essere lo stimolo principale per giocare a poker, mentre la voglia di imparare e migliorarsi come giocatori possono essere ottimi punti di partenza.
Può far bene anche inserire un certo numero di attività non correlate al poker che creino un coinvolgimento emotivo positivo e slegato al valore economico in modo da ricare le energie e tornare più motivati ai tavoli.
Può far bene anche inserire un certo numero di attività non correlate al poker che creino un coinvolgimento emotivo positivo e slegato al valore economico in modo da ricare le energie e tornare più motivati ai tavoli.
Routine monotona
Il poker, se fatto con volumi di gioco importanti, tende ad essere un’esperienza piuttosto monotona.
Il segreto qui è spezzare questa monotonia inserendo novità nella propria routine: si possono aggiungere o togliere dei tavoli, cambiare i propri orari di gioco, utilizzare un nuovo HUD oppure semplicemente cambiare il tema dei tavoli di tanto in tanto.
Risulta molto utile anche cercare passatempi e hobby diversi per impegnare il tempo libero, in modo da riempire la propria giornata in diversi modi costruttivi e non mettere il poker al centro della propria vita e della realizzazione personale.
Il poker è nato come un gioco e dovrebbe essere trattato come tale. Le emozioni negative portano verso il burnout e possono far emergere aspetti esasperati della nostra indole. Una breve pausa per riorganizzare le proprie idee e la propria routine è il modo migliore per affrontare questo momento delicato e per imparare a conoscersi ancor più approfonditamente per il futuro.