
Quale è l'atteggiamento ideale al tavolo? Ma soprattutto...quale è il tuo? A dispetto di ciò che potrebbe sembrare, non stiamo parlando di bari o di truffe, ma di semplici modi di intendere il gioco, di rappresentare una mano, di stare al tavolo.
I giocatori onesti
Come suggerisce il termine, i giocatori onesti sono quei giocatori che giocano in modo diretto e coerente in relazione alla mano che hanno.
Questi giocatori tendono a fare pochi bluff, prendono decisioni sempre molto lineari e non variano quasi mai dal loro gioco ABC.
In genere, passano le loro sessioni nell'attesa della mano giusta per prendere uno stack ai loro avversari più sconsiderati. Per questi giocatori il poker è un gioco di pazienza, in cui il profitto si ottiene dagli avversari che non sono in grado di foldare i loro punti medi.
Affrontare un giocatore onesto
In un certo senso i giocatori onesti sono semplici da gestire. Quando applicano molta pressione è quasi certo che abbiano una mano fortissima. Non sono difficili da leggere in quanto hanno sempre quello che rappresentano: un check significa debolezza, una bet o un raise significano forza.
Il modo migliore per vincere contro questi avversari è quello di fare grossi fold quando mostrano interesse nel piatto e invece cercare di bluffarli quando dimostrano debolezza.
I giocatori disonesti
Al contrario, i giocatori disonesti cercano sempre di ingannare i propri avversari, prendendo linee particolari e nascondendo di solito la forza delle loro mani.
Questi giocatori tendono a dimostrare forza anche quando hanno una mano debole e tendono a nascondere il più possibile le loro mani forti. Adorano lo slowplay e fanno spesso check nella speranza di effettuare un raise. Non hanno il timore di bluffare se pensano di poter perdere il piatto allo showdown e sono soliti utilizzare linee alternative.
Al contrario dei giocatori onesti, questi credono che il profitto (e anche il divertimento) nel poker corrisponda a dominare i propri avversari, cercando sempre di ingannarli e confonderli. Questi giocatori tendono ad essere più difficili da leggere, ma per molti di loro questa “disonestà” è anche il loro punto debole.
Affrontare un giocatore disonesto
Un giocatore che cerca sempre di nascondere i propri punti forti e di aggredire quando non ha nulla è semplice da leggere tanto quanto un giocatore lineare: è sufficiente fare il contrario di quello che si farebbe contro un giocatore ABC.
Inutile quindi cercare di puntare e vincere il piatto quando un giocatore disonesto fa check. Se avesse avuto un punto insufficiente l’avrebbe probabilmente bluffato.
Al contrario, bisogna armarsi di coraggio e fare molti call (o raise) quando questi avversari puntano. Il pot control può aiutare a gestire le situazioni più complesse quando si ha un punto dal valore medio. Come linea generale, si può evitare di puntare se non si è in grado di reggere molta pressione.
E’ meglio essere giocatori onesti o disonesti?
Come al solito nel poker, dipende. In questo caso più che in altri, la verità sta forse nel mezzo, in quanto un buon giocatore dovrebbe essere in grado di scegliere l’approccio migliore a seconda della situazione.
Contro giocatori che foldano poco un approccio onesto è di solito l’ideale. Un gioco ABC è infatti il più profittevole. Se invece abbiamo di fronte un avversario lineare, un gioco “disonesto” ha grandi potenzialità, poichè sono questi gli avversari più prevedibili.
E se dobbiamo contrastare un giocatore molto forte non inquadrabile in categorie?
Non esiste un approccio definitivo: l’unico modo di batterlo è alternare i due stili di gioco a seconda di quelli che sono il flow e le rispettive immagini percepite, cercando di non essere mai troppo sbilanciati in un senso o nell’altro.
Non esiste un approccio definitivo: l’unico modo di batterlo è alternare i due stili di gioco a seconda di quelli che sono il flow e le rispettive immagini percepite, cercando di non essere mai troppo sbilanciati in un senso o nell’altro.
La suddivisione dei giocatori in due categorie in base all’approccio potrebbe sembrare una forzatura e infatti consigliamo di prenderlo come riferimento di partenza per poi scendere nelle sfumature dei singoli. Cercare di capire quale tipo di avversario si sta affrontando può essere di grande aiuto nel pianificare le mani future.