LA TEORIA DELL'IMBUTO NEL POKER

Il poker è una disciplina a informazioni incomplete nella quale la “lettura” delle possibili combinazioni degli avversari viene fatta tramite il restringimento dei range, via via che si chiudono i turni di gioco, “street by street”: è  la teoria dell’imbuto.

Cosa si intende con teoria dell’imbuto?
E' il ragionamento che porta un giocatore a ridurre le combinazioni dell’avversario in rapporto alle azioni e reazioni che quest’ultimo compie durante le varie fasi di una mano.

Quali sono gli elementi per applicarla in modo corretto?
I fattori più importanti per ridurre la gamma di mani di un player sono:

Tutte e tre sono correlabili fra loro, ma verranno analizzate meglio separatamente.

Azione: si distingue fra attiva, come raise e three-bet e passiva ossia il call.

Un giocatore che apre il gioco fornisce una prima indicazione agli altri contendenti; con una three-bet scremerà ancor più il suo range. Con un call darà invece un altro tipo input. Un esempio pratico:

Il player1 ha una buona mano con la quale decide di fare open-raise, ma il contro-rilancio del player2 lo induce al fold. L’azione del player2 è alquanto “strong”. Il player1 restringe il campo d’azione del proprio avversario e opta per il fold perché presume di avere la mano peggiore.

Tuttavia, se il player2 si limitasse al call, darebbe una informazione differente al player1, che farebbe fatica a uscire da un flop che presenti un asso.

Posizione: è un fattore determinante e uno tra i principi fondamentali per discriminare le combinazioni avversarie.
Un original raiser dalle prime posizioni ha un range più “stretto” composto da mani premium, di conseguenza il rivale che decide di “three-bettarlo” viene percepito con una mano ancora più forte. Nell’esempio visto prima il Player1 “folda” perché ragiona anche sulle posizioni al tavolo.

Profilo: un giocatore può avere frequenze di rilancio elevate oppure essere “nitty” con frequenze di apertura esigue. Altri giocatori hanno la tendenza a “cold-callare”, altri ancora prediligono azioni più aggressive come la three-bet. L’esercizio di restringere il ventaglio di mani di chi si affronta deve essere compiuto in relazione allo stile di gioco dell'avversario.

Un esempio per chiarire bene le fasi della teoria dell’imbuto:

Cosa dovrebbe fare il player2?

1. Il player1 è un giocatore che ha fold alla three-bet bassa soprattutto quando si trova in position (IP) ed è aggressivo nel postflop. Il player2 costruisce il range di opponent nel preflop:

55-TT, AT-AQ, KJs+, QJs, J9s+, T9s, 98s, 87s, KQo (128 combo)

2. Scende il flop, player2 fa una continuation bet che il player1 chiama.

Il player2, dopo il call, restringe le combinazioni del rivale:

AT, QJs, 87o, KdQd, KhQh, KdJd, KhJh (56 combo)

Toglie hands come le coppie fino a 88 e le combo come J9 che non avrebbero più valore su flop con overcards, anche 99, TT e 9T vengono depennate perché il player1 le avrebbe rilanciate.

3. Il player2 continua la sua azione aggressiva anche al turn e l’avversario chiama ancora. Il player2 prende l’Ad e assegna una gamma ancora più ristretta al player1:

KdQd, KdJd, QdJd, JdTd, 8d7d (5 combo)

Il player2 toglie gli AT con i quali player1 avrebbe rilanciato e riduce in maniera drastica i QJ, KJ e KQ che perdono valore.

Player2 opta per il check/fold perché ha showdown value, non batte nessuna delle combinazioni rimaste nel range dell’opponent e non punta perché non trova mani nel range di player1 che potrebbero pagarlo da sotto.

Egli applica bene la teoria dell’imbuto e “risparmia” denaro nonostante avesse un buon punto, TPTK (Top Pair Top Kicker).

Sun Tzu, L’arte della guerra