LA SOGLIA DEL COMMITMENT

Esistono diverse chiavi interpretative nel poker, ma alcuni elementi costituiscono la colonna portante del gioco. Tra questi c’è la capacità di capire quando è stato superato il punto di non ritorno, il confine oltre il quale resta una sola azione valida: andare fino in fondo. E’ la soglia del commitment.
 
Cosa si intende con questo termine? 
Specifica la situazione in cui un giocatore impegna una porzione del proprio stack sufficiente a mettere nel piatto anche la parte restante delle fiches. In sintesi, si troverebbe “costretto” a chiamare se l’avversario dovesse rilanciare poichè l’entità di denaro già coinvolta supera una certa soglia. Un esempio:
Game type : cash game NL100 6-max
Player1 100x MP T J raise 3BB
Player2 100x BB A
K three-bet 10BB
Player1 call
Flop: pot 20,5BB - K 9 8 - Player1 bet 10BB – Player2 raise 30BB – Player1 all in

Il player2, con l'azione di rilanciare la donkbet di player1, si “committa”. Ciò significa che quando il player1 fa all-in non può sottrarsi dal call se vuole fare una giocata EV+.

Ecco perché:
Al flop il player2 ha già investito 40BB. Il raise all in di player1 mette il player2 difronte ad una scelta: call o fold?
Quest'ultimo dovrebbe investire altri 60BB su un pot di 200,5BB, ovvero ha già impegnato il 40% del proprio stack; sa di partire sfavorito ma ha comunque delle chance di vincere la mano (equity al 37% e pot odds al 30%). In poche parole non può tirarsi indietro.
Fin qui tutto abbastanza semplice. Certo le cose non stanno sempre così. Nell’esempio appena descritto, per motivi di chiarezza, si è mostrata una mano dove le carte dei due giocatori sono conosciute.

Il player1 farebbe comunque un’azione corretta se chiamasse il rilancio dell’avversario?
Sì. Il player1 ha un progetto di scala bilaterale (straight draw) contro il range di player2 formato da: KK+,99-88,AKs,KQs,KTs-K9s,QTs+,98s,76s,AKo,KQo. Contro questa gamma di combinazioni il player1 resta comunque con una equity superiore alle pot odds (equity 35% e pot odds 30%). In sintesi il call è corretto.

Qual è la soglia oltre la quale ci si deve ritenere committati?
La soglia del commitment è un concetto di Matt Flynn, Sunny Metha e Ed Miller che nel libro “Professional No-Limit Hold’Em” spiegano quando un giocatore si deve ritenere “committato”. Il tutto, secondo gli autori, deve essere relazionato fra stack e pot. In pratica, un giocatore che investe 1/3 del proprio stack iniziale supera la soglia e deve ritenersi pronto a investire tutte le sue restanti fiches. Questo perché il pot raggiunge l’entità dello stack.

Un esempio per spiegare meglio:
Player1 BTN 100x raise 3BB JJ
Player2 SB three-bet 10BB – Hero call
Flop: pot 21BB – 9 7 2 - Player2 check – Player1 bet 10,5BB – Player2 call
Turn: pot 42BB - Q - Player2 check – Player1 bet 13BB – Player2 raise all in – Player1 ?
Secondo questa teoria, cosa deve fare il player1?

Lo stack iniziale è di 100BB. Al flop dopo l’azione dei due contendenti il player1 ha uno stack di 79,5BB (Stack inizio mano 100BB – 10BB preflop - 10,5BB di bet al flop = 79,5BB) e il pot è di 41BB. Al turn la puntata di 13BB “committa” il player1 in quanto l’entità dell’investimento supera 1/3  dell’intero stack (10BB preflop + 10,5BB flop + 13BB al turn = 33,5BB ovvero più di 1/3 dello stack iniziale di 100BB). Si noti anche che in caso di call del player2, il pot avrebbe raggiunto i 68BB mentre lo stack di player1 è 66,5BB.

Un giocatore deve imparare certi meccanismi soprattutto per conoscere fino a che punto spingersi. Lo stesso deve ritenersi utile quando si devono capire le intenzioni di un avversario, ovvero fino a dove un rivale si esporrà dopo aver compiuto determinate azioni. Lo studio di queste dinamiche può aiutare a comprendere meglio le strategie adottate durante il gioco. Chi sa farle proprie allarga i confini del sapere sul poker.

“Colui che conosce gli altri è sapiente, colui che conosce se stesso è illuminato.”
Lao Tzu, Tao Te Ching

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