
Alcuni ragionamenti non solo sono errati ma persino dannosi per il proprio gioco. Molti di questi sono così comuni che alcuni giocatori li trovano corretti. Vediamone 3 in particolare.
“Continuo a giocare fino a quando non faccio pari”
Questo tipo di ragionamento è molto pericoloso al tavolo da poker e rivela grosse lacune sul punto di vista del mindset.
Un giocatore che ragiona in questo modo:
· È troppo result oriented
· Non comprende appieno la varianza e la natura del gioco
Non è possibile vincere tutte le sessioni e questo non fa di nessuno un giocatore un perdente. Chi effettua ragionamenti di questo tipo sopravvaluta il valore delle proprie skill sul breve periodo. Un buon giocatore non ha alcuna garanzia di vincere durante l’arco di una sessione e non può controllarlo.
Può capitare di recuperare oppure no, ma questo è in larga parte nelle mani del caso e non dipende dalla propria bravura. Anzi, spesso e volentieri giocare più di quanto si deve porta ad effetti negativi dovuti alla stanchezza.
Un buon giocatore sa che non si tratta di una gara di velocità e che le sessioni perdenti fanno parte del gioco. Non ha senso spingersi oltre i propri limiti per inseguire un profitto momentaneo.
“Sto vincendo/perdendo così tanto che una cifra così piccola non conta”
Quando si gioca a poker si ragiona sul presente. Non conta quanto si stia perdendo o vincendo, ogni decisione ha la massima importanza e deve essere isolata dalle altre.
Pensare che i piatti piccoli abbiano poca importanza è un grosso errore. È vero che i piatti grandi sono in grado di spostare l’esito di una sessione, ma non sono questi a fare la differenza sul lungo periodo.
Sono i piccoli dettagli a rendere un giocatore vincente e se questi vengono trascurati non c’è modo di avere successo in questo gioco.
Solo quando si riesce a dare lo stesso peso ad ogni piatto giocato si può dire di essere entrati nella giusta mentalità per affrontare il poker.
“Ho già investito troppo, non posso più foldare”
Chi non ha mai sentito pronunciare questa frase? Con buone probabilità l’avrete pronunciata anche voi almeno una volta.
Una puntata non deve essere chiamata solo perchè bassa: esistono situazioni in cui il fold è comunque la scelta più intelligente.
Situazioni di questo tipo si ripetono in ogni fase di una mano. Si parte dal preflop, dove un giocatore potrebbe essere spinto a fare call dal grande buio solo perchè si riceve uno “sconto”. Nonostante dal punto di vista matematico il ragionamento possa talvolta essere corretto, nella pratica il rischio è quello di andare a commettere troppi errori postflop a causa dello svantaggio posizionale.
Anche postflop capitano situazioni di questo tipo. Questo problema si nota soprattutto al river, quando in seguito ad una grossa puntata ci si sente obbligati a chiamare un controrilancio solo per la dimensione che il piatto ha raggiunto. In realtà, se si pensa di avere la mano peggiore la dimensione del piatto non ha importanza: ogni centesimo che si aggiunge ad esso è bruciato.
La dimensione del piatto viene spesso usata come giustificazione ad un brutto call ed è meglio perdere questa cattiva abitudine.
Se si vuole iniziare a giocare seriamente è meglio abbandonare tutti questi ragionamenti perdenti. Ogni situazione va affrontata con la massima razionalità, evitando che le emozioni vadano ad incidere troppo sulle proprie decisioni.