INDURRE AL BLUFF L'AVVERSARIO

Un giocatore di Texas Hold’em ha bisogno di variare il proprio gioco per estrarre valore dalle situazioni più complesse. Mette a frutto le proprie capacità con tecniche imprevedibili che simulano titubanza, in verità sta preparando una trappola “letale”: è l’inducing bluff.
Cos’è l’inducing bluff?

E’ una giocata volta a simulare una mano debole per indurre il rivale a bluffare.

Perché si compie?

Non è sempre possibile riuscire ad estrarre valore dalle mani forti. E' complicato farsi pagare al meglio in ogni giro di puntate, soprattutto contro giocatori esperti. In talune situazioni è opportuno operare con un’azione “ingannevole” per convincere l’opponent ad azzardare un bluff. Questa mossa permette di conseguire un profitto maggiore rispetto al tentativo di un three-barrel nella medesima situazione.

Quando è opportuno indurre un avversario al bluff?

Il giocatore prima di decidere per un’azione di questo tipo deve valutare:
  • L’entità del piatto
  • Le caratteristiche dell’avversario
  • Lo svolgimento della mano
Ecco un esempio che aiuta la spiegazione:
Game type: cash game NL100 6-max
Hero CO 100x AA
Player1 100x BTN (Loose passive)
Player2 100x SB  (Tigt aggressive)
Player3 100x BB (Loose aggressive)
**Preflop**
Hero raise 3BB – Player1 call – Player2 call – Player3 call
**Postflop**
Flop : pot 12BB – A73 - Hero bet 7,5BB – Palyer1 call – Palyer2 fold – Player3 fold
Turn : pot 27BB - T - Hero check – Player1 bet 15BB – Hero raise 35BB – Player1 fold
Nella mano Hero rilancia preflop per valore con una “monster hand” ottenendo il call di 3 opponents. Al flop si configura un multiway pot nel quale Hero deve “c-bettare” per valorizzare e proteggere il proprio punto (un set di assi contro tre players). Dopo il fold di due giocatori esce il turn che potrebbe chiudere il draw di colore, ma in realtà il dieci di fiori è una carta perfetta per indurre al bluff il player3.
Hero decide di fare check/raise per i seguenti motivi:
  • L’avversario ha frequenze rilevanti di foating sul flop, ossia tende a chiamare sul flop di frequente per poi provare a rubare il piatto se non si effettua la continuation bet al turn. E’ inoltre un giocatore a cui piace “bluffare” quando scendono “outs” che possono rappresentare draw chiusi (straight e/o flush draw).
  • Nello svolgimento della mano si trova oop (out of position) posizione ideale per paventare debolezza con un check in luogo di una ulteriore “bet” che avrebbe significato maggiore forza.
  • Non ci sono molte combinazioni “remunerative” su un board A high dove si possiede un top set.
  • Il piatto abbastanza ricco e il T al turn sono fattori favorevoli per indurre al bluff il rivale.
  • Possiede l’asso di fiori che riduce le probabilità di un flush già chiuso e rappresenta un “paracadute” nel caso si arrivasse allo showdown.
Chi compie azioni di questo genere ha raggiunto ottimi risultati sotto il profilo tecnico. Un giocatore esperto sa cogliere il momento per utilizzare mosse imprevedibili perché sa mettere in relazione i vari elementi del gioco. Valuta, prende informazioni, annota lo stile dei propri avversari ed è sempre concentrato: tende alla decisione più corretta al tavolo.
“La strategia è la via del paradosso. Così, chi è abile, si mostri maldestro; chi è utile, si mostri inutile. Chi è affabile, si mostri scostante; chi è scostante, si mostri affabile.”
Sun Tzu

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