
“Al river ho visto il suo valore di WTSD molto basso, così mi sono deciso a fare quel grosso bluff ma non ha funzionato”. Quante volte capita di ascoltare questa frase quando ci si confronta nel poker online, ma il WTSD basso è davvero una giustificazione valida per un bluff non riuscito?
Il WTSD
Il Went To ShowDown (WTSD) è una statistica disponibile sui principali software di tracking in circolazione. Inidica in modo molto semplice la percentuale di volte in cui un certo giocatore raggiunge lo showdown quando vede il flop.
Questo valore è ritenuto piuttosto standard quando si aggira tra il 25 e il 30% e ogni volta che si discosta molto da questo intervallo è possibile che sia presente un leak da correggere.
Si tende a pensare che un valore basso indichi un giocatore timido, bersaglio ideale per i propri bluff, mentre in presenza di valori alti si pensa subito ad una calling station.
In realtà considerare questa statistica da sola si rivela spesso un grosso errore, in quanto le ragioni che portano (o non portano) un giocatore spesso allo showdown possono essere diverse e non necessariamente legate alla facilità con cui si fa bluffare.
Ecco i principali problemi riguardo a questa statistica.
Il range preflop è importante
Si immagini un giocatore con WTSD 20%. A prima vista sembra portare allo showdown solo le mani migliori, ma se si parla di un giocatore che preflop non folda mai? In questo caso anche se arriva allo showdown il 20% delle volte lo fa con mani molto deboli e bluffare un giocatore di questo tipo non è sempre una buona idea.
Allo stesso modo un giocatore molto tight preflop potrebbe avere un valore di WTSD piuttosto alto nonostante chiami le grosse puntate solo con punti forti: avrà semplicemente una mano più forte in questa situazione rispetto alla media dei giocatori.
L’aggressività influisce sul WTSD
In realtà fare molti fold non è l’unico modo per arrivare poco spesso allo showdown: forzare i propri avversari a farlo ha lo stesso effetto.
Per questo motivo i giocatori più aggressivi hanno valori di went to showdown mediamente bassi e non è affatto scontato che questi siano bersagli ideali per un bluff.
Al contrario, un giocatore molto passivo avrà WTSD piuttosto alto. Questo non tanto per la quantità di call che effettua, quanto per le numerovoli puntate che si lascia sfuggire. Il check aumenta infatti le possibilità di arrivare allo showdown.
Non è una statistica specifica del river
Il WTSD viene spesso utilizzato quando si decide se fare o meno un grosso bluff al river, dimenticando però che la causa di questo “leak” potrebbe trovarsi altrove.
Si prenda ad esempio un giocatore che al flop gioca sempre fit or fold: allo showdown ci arriverà poco, ma una volta che questo avversario ha chiamato al flop molto difficilmente farà fold nel prosieguo della mano.
Se un giocatore ha un alto valore di fold alla flop cbet, il suo valore di WTSD sarà basso ma in realtà di solito non si tratta di un buon bersaglio per un grosso bluff al river.
È affidabile solo su grandi numeri di mani
Come molte altre altre statistiche, per essere affidabile il WTSD necessita di un sample di mani abbastanza importante.
Si immagini di avere 200 mani su un giocatore che gioca 25/20. Delle 200 mani questo avversario ha effettivamente deciso di giocarne solo 50, ma quante di queste sono arrivate al flop? Anche ammettendo che la metà di queste non sia finita preflop, le rimanenti sono ancora troppo poche per essere rilevanti da un punto di vista statistico quando si parla di valori poco fuori dalla media.
Come dimostrano tutti questi problemi, il WTSD è una statistica che va utilizzata con molta cautela e solo quando si è sicuri di avere un quadro della situazione piuttosto chiaro. Solo in questo modo sarà possibile evitare banali errori di valutazione.