
Quanto spesso bisogna difendere sulla puntata di un proprio avversario postflop? Può sembrare una domanda semplice, ma in realtà le considerazioni da fare sono diverse. Vediamolo.
La frequenza minima di difesa
Nel poker la frequenza minima di difesa o MDF (dall’inglese “Minimum Defence Frequency”) è quella necessaria ad evitare che il proprio avversario possa effettuare una puntata con due carte qualsiasi in modo profittevole.
Questa dipende dalla dimensione del piatto e della puntata subita.
Conoscere questo valore è molto importante quando si vuole capire da un punto di vista teorico quanto sia necessario difendere in una certa situazione.
Esempi di MDF
La frequenza di difesa minima si calcola attraverso questa equazione:
MDF = 1 – bet/(bet+pot)
Supponendo che il proprio avversario effettui una puntata pari al piatto, ad esempio puntando 100€ su un piatto da 100€, la MDF corrisponde al 50%.
MDF = 1 – 100/(100+100) = 0.5 = 50%
Ciò significa che facendo fold più di una volta su due quando il proprio avversario effettua una puntata pari al piatto, costui è incentivato a farlo sempre quando ha un bluff.
Di seguito, la frequenza di difesa minima contro le size più frequenti di puntata postflop:
- contro una puntata pari al 33% del pot, la MDF è 75%
- contro una puntata pari al 50% del pot, la MDF è 67%
- contro una puntata pari al 66% del pot, la MDF è 60%
- contro una puntata pari al pot, la MDF è 50%
- contro una puntata pari al 150% del pot, la MDF è 40%
- contro una puntata pari al 200% del pot, la MDF è 33%
Si può notare come la frequenza di difesa minima sia inversamente proporzionale alla dimensione della puntata: più è grande la bet del proprio avversario, meno è necessario difendere.
Quando la MDF è importante
La frequenza di difesa minima andrebbe rispettata ogniqualvolta vi è il rischio che il proprio avversario esageri con un certo tipo di puntata.
Questo capita di frequente sui board più disconnessi, come ad esempio Axx e Kxx. Su textures di questo tipo la maggior parte dei giocatori abusa della cbet e la effettua in modo troppo automatico. Per evitare di venire exploitati sarebbe quindi necessario difendere una porzione del proprio range almeno pari a quella indicata dalla frequenza di difesa minima.
Quando non lo è
Anche se si è a conoscenza del concetto di MDF, non è detto che questo debba essere sempre applicato. L’esempio più palese è rappresentato dagli spot contro giocatori passivi.
Questi avversari compiono azioni aggressive piuttosto di rado ed è difficile che abusino della cbet in qualsivoglia situazione. Ne consegue che non si verrà mai exploitati per fare qualche fold di troppo e non c’è da preoccuparsi se non si raggiunge la frequenza minima di difesa.
Un’altra situazione nella quale si può foldare più di quanto sia teoricamente corretto la si incontra quando un certo tipo di board favorisce troppo il proprio avversario.
Si supponga ad esempio di fare call da bottone sull’apertura di un giocatore UTG e che il flop si presenti AdKcTs. Un classico range di apertura UTG centra in pieno un board di questo tipo, molto meglio di quanto non lo faccia un range di coldcall dal bottone. Per questo motivo, in caso di cbet, non è necessario difendere quanto indicato dalla MDF e non resta che accettare il fatto di avere uno svantaggio insormontabile.
Quando si inizia a studiare il gioco da un punto di vista teorico, la frequenza di difesa minima è uno dei primi concetti da approfondire. L’importante è non abusarne ed essere consapevoli di quelle situazioni in cui la pratica si distacca in modo netto dalla teoria.