
La competizione non è mai stata tanto agguerrita nel No-Limit Hold’em e per questo motivo tanti giocatori stanno pensando di approcciarsi ad altre varianti. L’alternativa più gettonata al NLHE è il Pot-Limit Omaha (PLO). Ecco qualche consiglio su come approcciarsi a questa divertente variante.
Perchè imparare il PLO?
Il No-Limit Hold’em ha riscosso un successo enorme negli anni passati e si è confermato come variante di poker più popolare in assoluto. Informazioni su come giocare a NLHE in modo corretto si possono trovare praticamente ovunque e anche i giocatori alle prime armi impiegano poco tempo a correggere i loro leak principali.
Ciò non accade nel Pot-Limit Omaha: nonostante abbia avuto alti e bassi in passato, non si è mai affermato a livello globale e le informazioni disponibili sono ancora abbastanza limitate. Non è facile reperire materiale di qualità e come conseguenza il tavolo medio è più soft. Ciò si traduce in un profitto atteso potenzialmente più alto, a patto che si lavori sul proprio gioco.
Principali differenze tra PLO e NLHE
Quella più ovvia riguarda la propria mano di partenza. Nel PLO si gioca con 4 carte, ma attenzione a non cadere nell’errore di pensare che si tratti di “NLHE con due carte extra”: niente di più sbagliato. Le dinamiche sono molto differenti e sebbene essere un giocatore capace di No-Limit Hold’em possa essere un buon punto di partenza, serve molto altro.
L’azione, come suggerisce il nome della variante è Pot-Limit: ciò significa che in ogni momento della mano non si può effettuare una puntata di importo superiore al piatto e le overbet sono quindi vietate.
Un’altra sostanziale differenza consiste nella differenza di equity tra le varie starting hand nel preflop. Mentre nel NLHE la mano migliore (AA) ha di solito dal 70 al 90% di equity contro la maggior parte delle altre combinazioni, nel PLO il gap tra le varie mani giocabili è sempre molto basso. Ciò rende le 3bet in bluff piuttosto marginali e un gioco troppo aggressivo preflop non risulta altrettanto profittevole come nel Texas Hold’em, almeno per quanto riguarda stack profondi.
Avendo più carte a disposizione è più semplice centrare il board e per vincere un piatto importante è di solito necessario un punto più forte che nel NLHE. Ciò non significa che non si possa effettuare qualche bluff (specie avendo buoni blockers) o puntare per thin value, ma solo che si dovrebbe essere più cauti a costruire un piatto grosso con mani come doppia coppia o colori non-nuts.
I giocatore di NLHE più esperti, sanno che il valore della posizione sale sui board dinamici. Non dovrebbe quindi stupire che con 4 carte a disposizione e più possibilità, la posizione diventa ancora più importante.
Come conseguenza di questa dinamicità e della scarsa differenza in termini di equity tra le varie mani, la varianza nel PLO è molto più elevata che nel Texas Hold’em. Ciò non dovrebbe ad ogni modo spaventare: in genere la maggior edge che ci si può ritagliare al tavolo compensa questo grosso handicap.
Dove imparare il PLO
Come annunciato in precedenza le informazioni su questa variante sono più rare, ma ciò non significa che non ve ne siano, tutt’altro.
Esistono molti libri che si possono comodamente ordinare online sui principali e-store, oltre ai numerosi articoli online che si possono trovare sui principali portali di poker.
Se si vuole effettuare un investimento più importante il coaching resta una valida opzione, specie quando si stanno muovendo i primi passi e non si sa bene da dove cominciare.
Imparare una nuova variante può sembrare un percorso lungo e complesso, ma il Pot-Limit Omaha rappresenta un’opportunità interessante nel panorama pokeristico odierno. Se si ha la buona volontà di dedicarci l’impegno necessario, le opportunità di profitto sono molto allettanti in una variante “secondaria” come questa.