
Il preflop sembra una strada semplice da giocare, ma non è affatto così. I fattori da considerare sono molti e gli errori si possono nascondere dietro ad ogni angolo. Ecco i principali da evitare.
Non effettuare abbastanza 3bet
La 3bet è una mossa molto potente nel poker, ma viene spesso trascurata. Ciò capita soprattutto ai microlimiti, in quanto è normale per un giocatore alle prime armi sentirsi un po’ a disagio nei piatti grandi.
In realtà questo vale di solito anche per la maggior parte dei prorpi avversari ed è in queste situazioni che andranno a commettere più errori. Per questo motivo è importante sforzarsi a controrilanciare spesso, soprattutto contro quei giocatori che faticano ad adattarsi.
La 3bet preflop è anche un’ottimo modo per isolarsi contro i giocatori occasionali. Questi effettuano pochi fold preflop e per questo motivo si ritroveranno con mani deboli nel postflop. Se si ha posizione non è necessaria una mano eccezionale: anche una starting hand come KJ è in grado di dominare una buona parte del loro range.
Una statistica importante da tenere sotto controllo è il fold to 3bet. In presenza di valori alti (in genere >65%) è possibile controrilanciare spesso in bluff, per vincere molti piatti già nel preflop.
Fare troppo affidamento alle tabelle per le starting hands
Le tabelle con i range di apertura sono senza dubbio uno strumento utile quando ci si approccia per le prime volte al poker e non si ha un’idea chiara di ciò che si dovrebbe giocare.
Tuttavia, seguirle in modo maniacale potrebbe portare a problemi da non trascurare.
Queste tabelle sono statiche e non prendono in considerazione due fattori molto importanti:
- i giocatori al tavolo
- la propria abilità
Ad esempio, una mano come K7s dal CO può essere un’apertura standard in un tavolo soft se si ha una certa espeirenza, ma potrebbe essere un grave errore in un tavolo aggressivo o se si hanno ancora dubbi sul gioco postflop.
Si vedono spesso giocatori dei microlimiti seguire tabelle create da giocatori di stakes ben più alti, create dando per scontato un certo livello di abilità che non è sempre stato raggiunto da chi le segue.
Non considerare le dinamiche del tavolo
Il flow e le dinamiche del tavolo sono importanti nel preflop tanto quanto nel postflop.
Un giocatore con tendenze piuttosto particolari è in grado di influenzare l’atteggiamento di tutto il tavolo e si tratta di un fattore da considerare sempre.
Ad esempio, i regulars del tavolo cercheranno di isolarsi con i giocatori occasionali. Pertanto, se uno di questi fosse sui bui, sarebbe lecito aspettarsi range di apertura più larghi da parte di un giocatore forte. Una strategia più aggressiva di 3bet è di solito la scelta migliore in situazioni di questo tipo.
Allo stesso modo un giocatore maniac o comunque particolarmente aggressivo spingerà gli altri a giocare più tight.
Particolare attenzione andrebbe prestata anche al flow che si crea tra i vari giocatori al tavolo. Se uno di questi è stato costantemente 3bettato nelle ultime 3 orbite, è lecito aspettarsi che inizi a giocare più chiuso e reagisca più di frequente sui controrilanci.
Infine anche la propria immagine ha un peso da non sottovalutare. Se ci si trova in una serie di 3bet effettuate nel giro di poche mani, potrebbe essere una buona idea evitare di farlo in bluff per qualche orbita. Questo, a prescindere dai propri range “standard”.
La mancanza delle carte comuni limita il numero di informazioni che si possono estrarre dall’azione dei propri avversari, ma questo non significa che il preflop sia un gioco dalle poche opzioni. Le variabili a cui prestare attenzione sono diverse e ognuna di queste può modificare l’EV di una certa azione in modo drastico.