GUIDA AL POT CONTROL

Il pot control è un argomento molto combattuto tra i giocatori di poker. Si tratta di una buona idea o è solo un modo di perdere valore? Vediamo insieme.

 

Cosa è il pot control
Nel poker fare “pot control” significa cercare di controllare la dimensione del piatto per ingrandirlo o tenerlo piccolo a proprio piacimento.

Tuttavia, quando si utilizza il termine nel gergo comune ci si riferisce di solito al secondo caso ed è proprio a questo che faremo riferimento nell’articolo.

Come utilizzarlo
Esistono diversi modi per tenere il piatto basso.

Quando ci si trova in posizione il modo più semplice è fare un check back al flop o al turn. In questo modo si chiude in modo economico un giro di puntate e ci si assicura che lo showdown non sarà troppo costoso. Capita spesso di vedere questa linea con top pair deboli o coppie medie.

Fuori posizione è più complesso effettuare pot control, in quanto il proprio avversario avrà sempre diritto all’ultima parola. In questi casi il metodo più efficace per tenere un piatto basso è quello di prendere l’iniziativa ed effettuare una puntata piuttosto piccola. In questo modo si forza il proprio avversario a giocare un pot piccolo quando questi non ha una mano abbastanza forte per controrilanciare.

Si tratta tuttavia di una soluzione che funziona solo contro i giocatori più passivi e potrebbe invece costare caro contro quelli più aggressivi.

Quando è una buona idea...
L’obbiettivo del pot control è tenere il piatto basso, pertanto si tratta di una buona idea ogni volta in cui questa è una situazione ideale.

In genere può avere meriti tenere il piatto piccolo negli spot in cui si ha una mano media e il board non presenta particolari pericoli. In questi casi è di solito più difficile prendere valore da mani peggiori, in quanto non vi sono progetti dai quali essere pagati.

Un’altra situazione nella quale è possibile sfruttare il pot control la si affronta quando, con un progetto, si pensa di non avere fold equity usando una puntata standard.

Se ad esempio al turn si ha la quasi certezza che il proprio avversario non vada a fare fold, come quando si ha a che fare con una calling station, utilizzare una puntata standard è una scelta discutibile. Affinchè un semibluff risulti una giocata profittevole è necessario avere una certa dose di fold equity: se questa viene a mancare un check back o una blocking bet fuori posizione potrebbero essere la scelta migliore.

Negli MTT, quando il proprio stack è limitato e non vi è possibilità di ricarica, può capitare che in alcune situazioni proteggere le proprie chips sia importante. In questi casi utilizzare più di frequente il pot control è accettabile.

... e quando non lo è
È importante non confondere un buon check back per pot control con un disutibile check back fatto per “limitare i rischi”. In genere quest’ultima non è una valida ragione per fare pot control e si finisce anzi con il perdere molto profitto.

Quando si ha una mano con valore di showdown è importante chiedersi “quante strade di valore posso estrarre da mani peggiori?”. Se la risposta è “3” il pot control non è probabilmente una buona idea, se invece si pensa di poterne estrarre due è questione di capire quali siano le migliori.

Se il board è molto connesso la scelta migliore è di solito puntare per valore al flop e al turn, evitando di fare pot control e lasciare così carte gratis al proprio avversario. In questo modo sarà possibile estrarre massimo valore dai progetti.

Questo vale soprattutto nel cash game, dove la possibilità di ricaricare il proprio stack consente di prendersi qualche rischio in più se si pensa ci sia margine di profitto.

Contenere la dimensione del piatto è importante in molte situazioni, ma in tante altre viene fatto per il motivo sbagliato. A volte la scelta più profittevole è anche la più rischiosa e un buon giocatore di poker non dovrebbe farsi intimorire.

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