
Quando gli stack effettivi si fanno più profondi dovrebbe cambiare anche il proprio atteggiamento al tavolo. Ecco una lista dei principali accorgimenti da prendere in queste situazioni.
1. Aggiustare al rialzo le proprie size di puntata
Quando si parla di bet sizing, molti giocatori tendono ad utilizzare una strategia standard in ogni situazione. Sebbene sia importante avere un piano generale, lo è altrettanto essere in grado di modificarlo in casi particolari. È questo il caso delle situazioni deep stack.
Questo si nota soprattutto nei piatti 3bettati, dove una strategia standard prevede puntate mediamente basse.
Quando si giocano questi spot con stack di 100 bui, l’unico modo di arrivare al river con uno stack importante è puntando metà piatto al flop e al turn, a volte persino meno. La maggior parte dei regulars lo sa e per questo si è abituata ad utilizzare size di questo tipo.
Ma se gli stack sono profondi (ad esempio pari a 200 bui effettivi), la dimensione del piatto al river non è più un problema ed è possibile puntare una grossa porzione del pot già tra flop e turn quando la situazione lo richiede. Non solo: a volte questo è l’unico modo per provare a finire all-in.
2. Rivalutare la forza relativa delle proprie mani
A stack effettivi grandi corrispondo anche grandi rischi. In situazioni di questo tipo le Reverse Implied Odds crescono ed è necessario prendere i dovuti accorgimenti.
In genere, la forza relativa che una mano deve avere per ritenersi committed è più elevata rispetto alle situazioni standard.
Ad esempio, finire ai resti con un bottom set in una spot 100x è accettabile nella maggior parte dei casi, ma non si può dire lo stesso con stack di 200 bui o superiori.
3. Dare più valore alla posizione
All’aumentare degli stack effettivi aumenta anche il valore della posizione. Uno stack profondo equivale infatti ad un margine di manovra più ampio, rilevante soprattutto sui board più dinamici.
Quando si gioca deep stack è quindi importante evitare di infilarsi in situazioni scomode fuori posizione, cercando ad esempio di non chiamare troppe 3bet OOP.
Al contrario è invece una buona idea allargare i propri range quando si ha la possibilità di giocare in posizione.
4. Applicare più pressione postflop
Data la grande quantità di chips in gioco, gli spot deep stack tendono ad essere più sentiti da un punto di vista emotivo rispetto a quelli standard.
In ogni momento della mano il pot ha la potenzialità di diventare enorme e per questo è più semplice applicare pressione.
Il consiglio è quello di sfruttare al meglio le situazioni in cui si ha posizione, mettendo spesso il proprio avversario a dura prova con rilanci e controrilanci. La maggior parte dei giocatori non è in grado di rispondere in modo adeguato e finirà con il fare troppi fold.
Questo non significa effettuare bluff insensati: le situazioni vanno scelte con cura e andrebbero prediletti i board più dinamici e complessi da gestire per il proprio avversario, ammesso che si abbia un po’ di equity con cui proseguire.
I piatti deep stack possono sembrare difficili a prima vista, ma con qualche piccolo aggiustamento sarà possibile sfruttare queste situazioni e punire i giocatori più timorosi.