
I piatti 3bettati possono fare la differenza nella singola sessione ed è importante sapere giocarli al meglio. Il primo passo è organizzare bene le proprie puntate, ecco come.
Esempio
Cash Game 6-max, NL100
UTG – OPPO 1 – (77€)
MP – OPPO 2 – (110€)
CO – Villain – (100€)
BTN – Hero – (165€)
SB – OPPO 3 – (66€)
BB – OPPO 4 – (210€)
Hero ha una mano qualsiasi.
**Preflop**
UTG folds, MP folds, Villain raises 3€, Hero raises to 9€, SB folds, BB folds, Villain calls 6€. (POT: 19,5€)
**Flop**
9sTs6c
Villain checks, Hero bets …?
Errori comuni
Quando si parla di piatti controrilanciati, la pianificazione della mano è di vitale importanza. Con stack di 100 bui il rapporto stack-piatto è piuttosto basso e non è difficile finire all-in. Questo deve essere fatto con cura, evitando di ritrovarsi con uno stack troppo piccolo o troppo grosso quando è il momento di farlo.
Supponiamo ad esempio che Hero decida di puntare al flop una size standard di 75% piatto, in questo caso pari a circa 15€. Se Villain dovesse dovesse fare call, il pot al turn ammonterebbe a 49,5€ e gli stack effettivi sarebbero di 76€.
Andare all-in a questo punto sarebbe una grossa overbet, mentre puntare ancora 75% piatto (37€) significherebbe ritrovarsi al river con uno stack irrisorio rispetto al pot. A questo punto, anche puntando solo metà piatto, al river il proprio stack garantirebbe poca fold equity.
Un altro errore comune è quello di non considerare gli stack effettivi ma quelli assoluti. Poco importa se nell’esempio in questione gioca con 165€: lo stack da considerare è quello di Villain, 100€.
Come scegliere la propria size
La prima considerazione da fare riguarda quante strade si vogliono giocare. Se si vuole gestire il colpo su tutte e 3 le street, al flop e al turn è necessario puntare piuttosto piccolo.
Se nell’esempio precedente Hero puntasse solo metà piatto (10€), il pot al turn ammonterebbe a 39,5€ con ancora 81€ da giocare. A questo punto un’ulteriore puntata di mezzo piatto genererebbe un pot di circa 80€, che lascerebbe margine d’azione con gli ultimi 60€ rimasti al river.
Alcuni giocatori preferiscono pianificare l’azione su 3 strade puntando ancora più piccolo al flop, in modo da tenere in gioco il proprio avversario con un range più largo e vincere un maggior numero di piatti sul turn con una size più corposa.
Se invece si vuole gestire l’azione su 2 strade, le proprie opzioni sono limitate. L’unico modo per finire all-in al turn è puntare molto grande già sul flop, in genere intorno a 100% pot.
Se ad esempio Hero puntasse 20€ al flop, il pot al turn sarebbe di circa 60€ con ancora 70€ da giocare. Un all-in al turn sarebbe ancora una piccola overbet, ma del tutto accettabile. Questa linea limita di molto le proprie opzioni e per questo motivo non la si vede di frequente. Funziona tuttavia in modo eccellente quando si ha una mano di valore contro un giocatore calling station o comunque occasionale.
Il gioco deep stack
Anche tra i giocatori che conoscono l’importanza delle bet size in 3bettato non è raro vedere errori quando il gioco si fa deep stack.
È importante ricordarsi che il motivo principale per puntare una size bassa al flop e al turn è raggiungere il river con uno stack sufficientemente grande da finire all-in e generare una certa dose di fold equity. Se gli stack effettivi si fanno profondi, di solito non è necessario puntare così piccolo per raggiungere questo obbiettivo. Al contrario si rischia soltanto di arrivare al river con uno stack troppo grande per finire all-in.
Nelle situazioni deep stack la strategia di puntata non dovrebbe deviare troppo da quella usata nei piatti single raised, puntando in genere più forte sui board connessi e usando size più piccole su quelli senza progetti.
Una buona pianificazione della mano è dunque essenziale per avere successo nei piatti 3bettati, una delle situazioni più complesse del NLHE. Per migliorare la propria strategia è necessario porre massima attenzione agli stack effettivi e valutare il modo migliore di fare finire tutte le chips nel piatto.