DAL TILT AL BURNOUT

Per avere successo nel poker è essenziale prestare massima attenzione al proprio mindset. Ecco qualche consiglio su come anticipare ed evitare il burnout, una delle sue minacce principali.

 

Cosa è il burnout
Nel poker il burnout è forse il problema numero uno quando si ha a che fare con problemi nel mindset. Si tratta di un deterioramento prolungato del proprio stato emotivo, dovuto in genere all’accumulo di stress.

Quasi tutti i giocatori prima o poi lo subiscono e si tratta di una delle sfide più dure da affrontare nella propria carriera. Se trascurato può avere conseguenze piuttosto serie e non sono rari i casi di abbandono del gioco.

Differenze tra burnout e tilt
Il tilt è di solito momentaneo ed esplosivo. Nasce e si esaurisce nell’arco di poche ore, dopo le quali il proprio stato mentale torna alla normalità.

Il burnout è molto più prolungato e può durare in modo ininterrotto per settimane o persino mesi. Sebbene non abbia la veemenza di un tilt, la sua durata lo rende molto più logorante.

Le emozioni più legate al tilt sono rabbia e frustrazione, mentre il burnout è più segnato da pessimismo e rassegnazione.

Il tilt è comunque un evento stressante ed una serie prolungata di questi può portare al burnout. È proprio in queste situazioni che è necessario prestare maggiore attenzione ed intervenire.

Come si presenta
Il burnout non è una condizione che si manifesta da un momento all’altro ma è piuttosto l’apice di una serie di fasi minori.

In genere i giocatori più predisposti al burnout sono quelli che si approcciano per la prima volta al gioco con aspettative irreali. Guadagnare con il poker non è così facile e servono molto più impegno e pazienza di quanto possa sembrare ad un osservatore esterno.

Partire dal basso e raggiungere le prime soddisfazioni richiede molto tempo e dedizione, che se non vengono messi in conto sin dal principio aprono per l’appunto le porte al burnout.

La prima fase è infatti quella della disillusione: il giocatore si rende conto della difficoltà di questo gioco e sperimenta i primi colpi della varianza. La delusione che ne scaturisce può innescare uno stato mentale piuttosto abbattuto, terreno fertile per il tilt.

Dopo i primi tilt, se le cose non dovessero girarsi per il verso giusto, è facile finire vittime della frustrazione. Nei momenti in cui tutto sembra andare storto lo stress tende ad accumularsi ed è qui che iniziano i primi veri e propri sintomi del burnout.

Un giocatore in burnout prova emozioni molto negative verso il gioco, non necessariamente scaturite da singoli episodi ma piuttosto in generale. Questa sensazione è piuttosto persistente anche quando non si sta giocando e il solo pensarci genera disagio. Ci si sente impotenti e in balia della sorte, oltre ad avere un atteggiamento pessimistico in generale.

Al suo apice il burnout si trasforma in indifferenza. Questa segna la fine di ogni stimolo e voglia di migliorarsi, con gravi conseguenze sul proprio percorso pokeristico.

Come risolvere il burnout
La prevenzione è il modo migliore per combattere il burnout. Quando questo è già subentrato risulta infatti più difficile intervenire e potrebbe essere già troppo tardi.

Il modo migliore di evitare il burnout è evitare situazioni stressanti.

Se si è già nervosi per motivi esterni al gioco, sedersi al tavolo potrebbe solo peggiorare la situazione. Meglio fare qualcosa di rilassante e prendersi un giorno di pausa.

Se durante una sessione ci si sente piuttosto infastiditi o arrabbiati, questo è il momento di concluderla. Non è sempre facile, ma si tratta del modo migliore per ritrovare la calma.

Le ore di sonno hanno molta importanza: un cervello stanco è più suscettibile e vulnerabile al tilt.

Quando si entra in una serie negativa piuttosto lunga, una buona idea potrebbe essere prendersi una pausa di qualche giorno. Questo non ha alcun impatto sulla varianza, ma aiuta a smaltire un po’ di quello stress che inevitabilmente si accumula in questi momenti.

Il burnout non è un problema da sottovalutare e dimostra come per avere successo nel poker ci sia da lavorare a 360° su sè stessi. L’aspetto mentale è forse il più importante sul lungo periodo e non andrebbe mai trascurato.

 

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