I TILT TRIGGERS PIÙ COMUNI

Il primo passo per sconfiggere il tilt è comprendere cosa lo scatena. Ecco una lista dei “tilt triggers” più comuni e qualche consiglio su come affrontarli.

 

Cosa è un “tilt trigger”
Il tilt non è un evento casuale, ma si materializza sempre dopo un particolare evento stressante. Questo evento viene comunemente chiamato “tilt trigger”.

Individuare questi episodi è di vitale importanza, in quanto l’unico modo per sconfiggere il tilt è prevenirlo. Quando questo entra in gioco è infatti difficile (se non impossibile) riprendere il controllo di sè e agire in modo logico.

I tilt triggers non sono necessariamente legati alla partita in corso: ogni evento negativo fuori e dentro al tavolo può avere influenza sul proprio mindset.

Ecco una lista dei più comuni.

Gli scoppi
Dopo essere finiti ai resti con la mano migliore è facile rimanere delusi quando si perde il colpo. Non vi è nulla di strano, fa parte della nostra natura: ad un’azione positiva ci aspettiamo un esito positivo.

Purtroppo nel poker l’esito di un all-in prima del river è spesso incerto, persino nei casi migliori. Finendo all-in nel preflop con AK contro AQ ci si può aspettare di vincere il piatto circa 2 volte su 3. Sebbene sia un vantaggio netto, la varianza su numeri di questo tipo può rivelarsi davvero impietosa. Da un punto di vista matematico, perdere un colpo del genere diverse volte di fila non è affatto straordinario.

È importante accettare la realtà dei fatti: fintanto che il proprio avversario si ritrova ad avere un certo ammontare di equity, di tanto in tanto vincerà ed è giusto così.

I cooler
Per alcuni giocatori un cooler subito può essere anche più pesante di uno scoppio. Finire ai resti con AK e perdere contro AQ lascia comunque un segno tangibile nella linea dell’EV ed è palese di essere stati sfortunati.  Ma quando si ha KK e ci si ritrova contro AA non c’è nessun grafico a dare conforto.

I giocatori più suscettibili ai cooler sono quelli che si sentono di dover dimostrare qualcosa, nascondendo di solito una certa insicurezza in sè stessi e nei propri mezzi.

Il poker è in realtà un gioco individuale e mani di questo tipo capitano di continuo. A prescindere dalla propria equity ci saranno situazioni in cui perdere è inevitabile. A volte si può fare tutto in modo corretto e perdere comunque, è la natura del gioco e succede a tutti.

Perdere contro un giocatore ritenuto inferiore
Una sconfitta non è mai semplice da affrontare, specie se la si subisce contro un giocatore scarso. In realtà ciò succede piuttosto di frequente nel poker e chi ha problemi ad accettarlo di solito non comprende appieno il concetto di varianza.

Al tavolo verde gli errori si pagano sul lungo periodo mentre sul breve può persino capitare di vincere commettendone. È importante non lasciarsi sopraffare dalla frustrazione: i giocatori deboli devono vincere di tanto in tanto, altrimenti smetterebbero subito di giocare.

Chiunque si siede ad un tavolo da poker è infatti convinto di poter vincere ed è questa “illusione” che spinge un giocatore senza possibilità a sedersi comunque.

Problemi esterni al gioco
Il tavolo da poker non è l’unico luogo in cui si diventa nervosi. La vita di tutti i giorni può essere spesso motivo di stress o frustrazione.

Ciò ha effetto anche sulle proprie prestazioni pokeristiche. Quando ci si siede in uno stato mentale destabilizzato diventa più difficile ragionare in modo lucido e ci si espone più facilmente al tilt.

La soluzione è soltanto una: se è stata una pessima giornata, i tavoli dovrebbero restare chiusi. Molto meglio rilassarsi e ripartire il giorno dopo con una marcia in più.

Questi sono solo alcuni dei possibili tilt triggers, ma ne esistono molti altri di varia natura. Individuarli è molto importante, in quanto è il primo passo per conoscere sè stessi e la propria mente. Solo così si può iniziare a lavorare sulla prevenzione del tilt.

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