La linea migliore con un progetto non è sempre così scontata. Ecco qualche linea guida su come contrastare la cbet dei propri avversari.
Non tutti i progetti sono uguali
Prima di addentrarsi nel cuore del discorso è importante distinguere i vari tipi di progetti che si possono avere. Questi non sono infatti tutti uguali e spesso il piano di gioco può variare in modo radicale.
La qualità di un progetto può essere valutata tenendo conto di due fattori:
- la sua equity
- la sua prevedibilità
L’equity serve a calcolare quanto spesso il progetto si andrà effettivamente a concretizzare, in altri termini la frequenza con la quale ci si aspetta di avere la mano migliore allo showdown.
La prevedibilità di un progetto è invece legata al concetto di Implied Odds: una volta realizzata la propria mano, sarà difficile farsi pagare se questa è piuttosto palese.
In posizione e fuori posizione
Anche la posizione assume un ruolo di primaria importanza quando si deve decidere come gestire un progetto.
Essere in posizione fornisce infatti diversi vantaggi. Primo fra tutti la possibilità di controllare la dimensione del piatto. In secondo luogo si avranno più informazioni circa la mano del proprio avversario e sarà così più semplice rubare il piatto se questi si ritrovasse ad averne una mediocre.
Fuori posizione è tutto più complicato e sarà difficile avere il controllo del piatto. Una conseguenza diretta di ciò è la bassa quantità di Odds Implicite: non è semplice farsi pagare un progetto chiuso se il proprio avversario ha sempre l’ultima parola.
Il proprio avversario
Come sempre nel poker, il proprio avversario è l’elemento più importante su cui basare le proprie scelte.
Il range con il quale sta giocando e le sue frequenze di cbet sono informazioni essenziali quando si ha un progetto.
Avversari aggressivi o con un range largo saranno infatti più propensi a fare fold in caso di controrilancio, al contrario di quelli tight o passivi che spesso avranno un buon punto.
Call o raise?
Date tutte queste variabili, è facile intuire che la risposta è tutto fuorchè univoca. Tuttavia, analizzando tutti i dettagli della mano la scelta migliore non è così difficile da trovare.
In generale, un progetto con bassa equity non funziona bene come call. Le chance di centrare il proprio draw sono infatti basse e raggiungere lo showdown in modo passivo non è di solito una buona idea.
Quando si ha un progetto molto prevedibile (ad esempio quelli ad una carta, come quando si ha un 9 su flop 6-7-8) è utile ricordarsi che le proprie Implied Odds saranno in genere molto basse, rendendo il semplice call una scelta poco profittevole sul lungo periodo. Giocare questi progetti in modo più aggressivo e provare a vincere il piatto subito potrebbe essere la scelta migliore.
In posizione il call lascia margini di manovra e preserva ad ogni modo le proprie Implied Odds, mentre non si può dire lo stesso quando ci si trova fuori posizione. Per questo motivo OOP un check/raise può rivelarsi la scelta più azzeccata, dando la possibilità di vincere subito il pot senza dover centrare la propria mano.
Contro un giocatore tight si avrà di solito poca fold equity in caso di contro-rilancio, ma le Implied Odds del call saranno maggiori. Un discorso analogo ma opposto si può invece fare sui giocatori più aggressivi.
Un buon giocatore di poker è in grado di combinare tutte queste informazioni e compiere la scelta migliore, tenendo conto di ogni variabile e delle sue conseguenze. In questo modo può abbandonare le linee più automatiche ed estrapolare il massimo da ogni situazione.