La gestione del bankroll è uno degli aspetti più importanti nella vita di un giocatore di poker ed è quindi importante prestarvi molta attenzione. Ecco qualche suggerimento.
L’importanza del bankroll
Il bankroll non è semplicemente “la quantità di soldi che si possono dedicare al poker” quanto piuttosto un vero e proprio strumento.
Il bankroll è ciò che consente al giocatori di poker di sedersi ad un certo limite e di conseguenza generare profitto. In mancanza di bankroll viene a mancare questa preziosa opportunità.
Si potrebbe quindi dire che il bankroll è la parte più fondamentale dell’attività pokeristica e senza di esso questa non sarebbe nemmeno possibile.
A seconda del proprio obbiettivo e delle proprie possibilità, il bankroll ideale può variare in termini di entità. Ecco una breve descrizione delle strategie più comuni di approccio al bankroll.
Strategia aggressiva
Un bankroll aggressivo è costituito da un numero di stacks o buy-in molto limitato, che prevede grossi rischi in cambio di grandi benefici.
In genere si parla di solo 20-40 stacks/buy-in per il proprio limite, ma a volte anche meno. Con così poco margine di manovra gli effetti della varianza sono molto evidenti ed il proprio bankroll è sempre “a rischio”.
Tuttavia, un approccio del genere consente una scalata dei livelli molto rapida in caso di varianza positiva e ci si può trovare in poco tempo a giocare limiti piuttosto alti.
Una strategia così aggressiva richiede una disciplina ferrea quando si parla di level down, in quanto non rispettare i propri stop loss può significare andare rotti da un momento all’altro.
Questo approccio è consigliato solo a quei giocatori che non devono fare troppo affidamento sul bankroll e che possono fare a meno delle entrate derivanti dal poker, rivelandosi l’ideale per chi vede il gioco come un piacevole passatempo.
Strategia media
In questo caso si parla di un bankroll corrispondente a 40-80 stacks o buy-ins per il livello che si gioca.
Un approccio di questo tipo consente un discreto margine di manovra ed è in grado di resistere ai più comuni swings negativi.
Si rivela l’ideale per quei giocatori poco avversi al rischio che vedono il poker come un’entrata secondaria, sebbene per un torneista possa rivelarsi ancora una strategia piuttosto aggressiva.
La relativa corposità di questo bankroll offre inoltre più tempo per prendere la situazione sotto mano e correre ai ripari nei momenti di tilt più feroce, senza il rischio di commettere danni irreparabili.
Strategia conservativa
Si tratta dell’approccio più solido al bankroll, in genere costituito da più di 80 buy-ins o stacks per il livello a cui si gioca.
Lo scopo di una strategia così conservativa è quello di reggere al meglio i colpi della varianza, senza che questi vadano ad intaccare in modo serio il proprio mindset o la possibilità di fare profitto ai tavoli.
Un bankroll così profondo è l’ideale per chi non può fare a meno del proprio bankroll, come ad esempio chi vede il poker come una vera e propria professione.
Sia chiaro che anche un bankroll di questo tipo può essere messo in difficoltà da swing estremi, ma si tratta di casi rarissimi ed in tale evenienza si avrebbe tutto il tempo per correre ai ripari e fare un level down preventivo.
Quale strategia scegliere?
Non è una domanda dalla risposta semplice, in quanto questa varia da caso a caso.
In genere una domanda importante da porsi è:
quanto è importante il bankroll per me?
Se non ci fossero problemi a ricaricarlo da fonti esterne o se il poker fosse solo un piacevole passatempo, una strategia aggressiva è forse quella in grado di regalare più emozioni.
Se invece si ritiene di vitale importanza non perdere tutto il bankroll (o buona parte di esso), un approccio più conservativo si rivela una scelta saggia e lungimirante.
La gestione del proprio bankroll è quindi una decisione piuttosto libera, che andrebbe presa considerando i propri obbiettivi a lungo termine e la propria propensione al rischio.