EQUITY FRAGILE ED EQUITY ROBUSTA

Trattandosi di un concetto matematico, è facile cadere nell’errore di pensare che l’equity sia sempre uguale. In realtà ciò non è vero in ogni situazione, vediamo perchè.

 

Cosa è l’equity
Il termine “Equity” si utilizza per definire le possibilità che una mano ha di vincere allo showdown in un certo momento, immaginando che non vi siano altri giri di puntate e si scoprino tutte le carte del board.

In altre parole, rappresenta quelle che sarebbero le proprie possibilità di vincere un pot se tutti i giocatori della mano si ritrovassero subito all-in.

Come facile immaginare, si tratta di un concetto di vitale importanza quando si vuole calcolare il valore atteso di una certa linea o giocata.

La differenza tra equity fragile ed equity robusta
Il fatto che due mani abbiano equity simile in un certo momento della mano non significa tuttavia che queste abbiano lo stesso valore.

Nel suo ultimo libro (“No-Limit Hold’em For Advanced Players”), Matthew Janda preferisce infatti distinguere l’equity in due categorie: robusta e fragile.

Nello specifico: si dice che una mano ha equity robusta se questa si mantiene anche quando il range del proprio avversario si rafforza, mentre si parla di equity fragile se questa si perde facilmente quando il range dell’avversario diventa più forte.

Vediamo di fare chiarezza con un esempio.

Supponiamo di avere As4s e che il Flop sia Ts5s2d. Se si dovesse fare raise sulla puntata del proprio avversario, questo avrebbe l’effetto di rendere il suo range più forte.

È questo forse un problema? In genere no. Se uno dei propri progetti si dovesse concretizzare si avrebbe infatti il nuts e non avrebbe più importanza la forza del range avversario. Si può quindi dire che l’equity di una As4s su questo board è piuttosto robusta.

Lo stesso si può dire di una mano come ThTd: sebbene un raise rafforzerebbe il range del proprio avversario, è probabile che questo top set abbia ancora equity dominante.

Che dire invece di una mano come 77? Effettuare un raise a questo punto eliminerebbe dal range di Villain molte delle sue mani più deboli, lasciando la propria coppia media in balia di quelle più forti.

L’equity di 77 risulterebbe quindi “rovinata” dal range ormai troppo forte di Villain e la si può quindi definire fragile.

Mani ad equity mista
In alcuni casi la stessa mano può avere una componente robusta e una fragile.

Si pensi ad esempio a 7h8h su Flop Jh7d4h: la propria equity sarebbe qui diversificata tra quella del progetto a colore e quella della coppia media. Il progetto a colore non teme la forza del range dell’avversario e si può quindi definire robusto, mentre la coppia di 7 sarebbe spesso in guai seri se l’azione si facesse troppo calda.

Queste sono le situazioni più difficili da interpretare, in cui l’azione migliore è spesso determinata da diversi fattori e da ciò che si vuole ottenere.

Conseguenze di questa spartizione
Lo scopo principale di questa distinzione è quello di facilitare le proprie decisioni quando si è in dubbio tra una linea aggressiva e una più conservativa.

Quando l’equity della propria mano è robusta, intraprendere azioni aggressive è difficilmente un errore. Se invece si ha a che fare con una mano dall’equity fragile, creare azione e rendere il range del proprio avversario più forte potrebbe rivelarsi un errore. In questi casi è di solito meglio prendersi qualche rischio ma assicurarsi di giocare contro un range abbastanza largo.

Questa spartizione tra due diversi tipi di equity dimostra ancora una volta quanto il Poker possa rivelarsi un gioco complesso, nel quale anche i concetti più basilari possono essere soggetti ad eccezioni ed interpretazioni.

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