Il concetto di “Dead Money” è uno dei più importanti nel Poker moderno, ma sono ancora molti i giocatori che hanno difficoltà a comprenderlo. Vediamo di fare chiarezza.
La definizione originale
Secondo la definizione ufficiale, si definiscono Dead Money tutte le chips investite nel pot da un giocatore che ha già fatto fold.
L’esempio più lampante lo si nota nei tavoli con ante. Supponiamo di essere in un tavolo 6-max con 1€ ante e che tutti quanti foldino fino al BTN: il pot contiene già 3€ di Dead Money, nello specifico gli ante dei giocatori che hanno fatto fold.
La definizione “estesa”
Di recente tuttavia molti giocatori hanno giustamente allargato il concetto di Dead Money, considerando tali non solo le chips investite nel pot da quei giocatori che hanno già foldato, ma anche quelle di chi con tutta probabilità finirà con il fare fold nel proseguio della mano.
Da qui nasce una distinzione molto importante, quella tra Dead Money aggressiva e Dead Money Passiva.
La Dead Money passiva
Questo tipo di Dead Money si viene a creare ogniqualvolta un giocatore investe chips in un call con una mano che andrà poi a foldare in caso di ulteriore aggressione.
Si prenda ad esempio un giocatore che effettua call dal BB con una coppia di 4 sull’apertura del BTN. Il Flop è Ah9d6c e quasi sempre l’unica opzione per il grande buio è quella di fare check/fold.
In questo caso, il call Preflop con 4-4 ha creato una buona dose di Dead Money, in quanto il piano originale era quello di fare molto spesso check/fold al Flop.
Di tanto in tanto creare Dead Money passiva è inevitabile, in quanto l’unico modo per evitarlo sarebbe quello di non fare mai fold. Tuttavia è molto importante evitare di mettersi in quelle situazioni in cui la Dead Money passiva si crea troppo facilmente, come ad esempio accade quando si fa call fuori posizione con un range troppo largo.
La Dead Money aggressiva
In questo caso si intendono tutte le chips che un certo giocatore investe in una puntata con l’intento di foldare in caso di contro-rilancio.
Sempre di Dead Money si tratta, ma in questo caso viene creata con una puntata piuttosto che con un call.
L’esempio più lampante è forse la cbet in bluff: si effettua una puntata anche se in caso di contro-aggressione si finirà spesso con il fare fold.
Anche in questo caso è impossibile non crearne mai: significherebbe non fare mai fold ai contro-rilanci. Ma ancora una volta vale la pena prestarvi attenzione ed evitare di mettersi troppo spesso in questa situazione, specie contro gli avversari più competenti.
Individuare ed attaccare la Dead Money
I giocatori più forti sono dei veri e propri maestri nell’individuare ed attaccare la Dead Money.
In genere il proprio HUD può essere di grande aiuto quando si tratta di trovare falle nella strategia dei propri avversari.
Un giocatore con fold alle cbet molto alto su una certa strada crea senza ombra di dubbio molta Dead Money passiva, come anche quei giocatori loose-passive che però si arrendono spesso prima dello showdown.
Avversari di questo tipo andrebbero puniti con una strategia di puntate molto aggressiva, cercando però di frenare qualora mostrassero resistenza.
I giocatori più aggressivi creano invece spesso Dead Money aggressiva, in quanto si ritrovano troppo spesso a puntare con mani vulnerabili. Il modo più rapido di collezionare queste chips è di solito contro-rilanciando più di frequente in bluff, prestando tuttavia attenzione alla Dead Money che si andrà a creare a propria volta.
In definitiva, il concetto di Dead Money è uno dei più importanti da tenere a mente quando ci si siede ad un tavolo da Poker. Un buon giocatore è in grado di capitalizzare spesso su queste chips, allo stesso tempo evitando a sua volta di rendersi troppo vulnerabile.