Occhiali da sole si occhiali da sole no.
Un argomento che tiene banco ormai da anni e che mai come nelle ultime settimane è ritornato in voga, specialmente dopo la controversa questione che ha coinvolto Connor Drinan nel corso del torneo heads-up da 10.000$.
Il player statunitense infatti, dopo esser stato eliminato da Valeriu Coca, ha subito esternato il suo disappunto su Twitter, accusando l'avversario di aver barato. Alle lamentele di Drinan si sono unite quelle di Praytush Buddiga, anch'egli eliminato dal moldavo, il quale ha notato gli stessi atteggiamenti sospetti menzionati dal suo 'collega'.
Secondo le testimonianze raccolte, il player moldavo faceva scorrere in modo sospetto le carte tra le sue mani prima di prendere qualsiasi decisione e riusciva ad azzeccare ogni mossa in maniera sorprendente. La sensazione più immediata è stata quella che riuscisse in qualche modo a segnare le carte per poi identificarle attraverso delle lenti speciali montate sui suoi occhiali da sole. Alle pesanti accuse contro Coca sono seguite, oltre alle doverose indagini della direzione gara, le reazioni del folto partito 'no-sunglasses' tra cui Daniel Negreanu, che da anni si batte per questa causa.
Il clamore suscitato dalla recente controversia ha attirato l'attenzione degli organizzatori dell'Aria, che nel diramare il regolamento sul recente High Roller da 500.000$, ha ascoltato il gruppo degli 'scontenti' proibendo categoricamente l'utilizzo degli occhiali da sole nel corso del torneo. Oltre a questo veto, che non ha quasi precedenti se si esclude il divieto imposto qualche anno fa in occasione dello show 'The Big Game', la direzione ha anche introdotto l'utilizzo dello shot-clock richiesto a gran voce da un cospicuo gruppo di professionisti, tra i quali lo stesso Daniel Negreanu.
La decisione dell'Aria costituisce un precedente importante che potrebbe avere ripercussioni anche sui tornei live degli altri circuiti, sia a livello nazionale che internazionale, dando un taglio netto rispetto al passato in nome della massima trasparenza. Certo, per i bari rimane sempre la possibiilità di utilizzare delle lenti a contatto, il che renderebbe inutile questo tipo di precauzione, ma si tratta comunque di un segnale importante che mostra la volontà di tenere seriamente in considerazione il parere dei giocatori.
Insomma, cominciamo a cancellare dal nostro immaginario la figura del poker player che nascosto dietro i suoi occhialoni attende impassibile la decisione dell'avversario. Ben presto esempi come Chris Ferguson o Greg Raymer potrebbero essere soltanto un dolce ricordo.