RANGE DI APERTURA IN BASE ALLA POSIZIONE

La scelta del range di open-raise preflop è tra le prime nozioni che il giocatore deve assimilare in fretta per poter accedere nei meandri del cash-game 6max. Rappresenta il sentiero che conduce ad una conoscenza attenta dei tanti tasselli che compongono il “mosaico pokeristico”.

Quando si stabilisce un ventaglio di mani con le quali aprire il proprio gioco si intraprende una strada.
Qualunque azione verrà eseguita, durante questo percorso, sarà condizionata da questa valutazione.

Come si costruisce un range di apertura?

Per stabilire con quali hands aprire il gioco preflop bisogna considerare più fattori:



1. La posizione
2. Numero di giocatori al tavolo
3. La tipologia di giocatori al tavolo
4. La tipologia di partita che si sta giocando
5. Il livello di partita
6. Il valore della mano

N.B. In questa sede verrà dedicato uno spazio a sé per la posizione, nel tentativo di dare una linea guida da cui partire per imparare a costruire un range di open-raise.
In questo momento, dunque, non si dovrebbe ancora avere la fretta di modulare il range costruito in base alle altre variabili in gioco, a cui verrà dedicato un capitolo a parte in un articolo seguente.

La posizione: il range di open-raise varia in funzione della posizione del giocatore al tavolo.
La gamma di mani con le quali si effettua un rilancio è più ristretta dalle prime posizioni (early positions), fino a divenire più ampia nelle ultime (late positions).

In sintesi un giocatore da UTG (under the gun) dovrà selezionare con cura il proprio range di apertura, perchè avrà più giocatori che faranno azione dopo di lui e giocheranno il postflop in posizione.
Accade esattamente l’opposto per il player che apre dal bottone: dovrà affrontare solo due giocatori nel preflop ed entrambi saranno fuori posizione rispetto a lui nel postflop in caso di call.

Di seguito, una tabella che indica i range consigliati per posizione in un tavolo cash game 6-max:

Posizione

Range
Open-raise

Hands

UTG

11%

55+, ATs+, KJs+, ATo+, KQo

MP

16%

33+, A5s+, KTs+, QJs, JTs, T9s, 98s, 87s, ATo+, KJo+

CO

26%

22+, A2s+, K9s+, QTs+, J9s+, T8s+, 97s+, 86s+, 75s+, 65s, A6o+, KTo+, QJo, JTo

BTN

41%

22+, A2s+, K5s+, Q8s+, J8s+, T8s+, 96s+, 86s+, 75s+, 65s, 54s, A2o+, K9o+, QTo+, J9o+, T8o+, 97o+, 87o, 76o

SB

30%

22+, A2s+, K9s+, QTs+, J9s+, T9s, 98s, 87s, 76s, 65s, A2o+, KJo+, QTo+, JTo, T9o

 
 Approfondendo l’analisi dei numeri di sopra, è possibile giungere ad alcune conclusioni utili sia al proprio gioco in senso stretto che alla valutazione dei range avversari:

- l’open-raise globale del giocatore in questione è del 25% circa
- il valore di open-raise non va confuso con il preflop raise. Il preflop raise difatti include nel calcolo percentuale globale anche la posizione del Big Blind e le azioni di rilancio come le 3bet preflop da tutte le posizioni.
- quando si studia l’open-range avversario, si dovrebbe restringere o allargare in base alla posizione da cui fa azione.
Si deve evitare pertanto di semplificarlo come costante ad ogni rilancio, poiché quello che vale per se stessi vale anche per gli altri.



(in questo grafico si può notare l’andamento delle frequenze di rilancio in funzione della posizione)

Il primo step è la selezione delle carte. Una linea guida non è necessariamente l’ideale, bensì un manuale.
Stabilire una strategia di open-raise e cercare di seguirla è un esercizio di disciplina da cui partire verso la propria evoluzione da giocatore.

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