ACCETTARE LA BAD RUN NEL POKER

La bad run è uno dei momenti più difficili per un giocatore di poker. Vi è mai capitata una dose di sfortuna veloce, massiccia e inspiegabile? Purtroppo nessuno è immune a questi periodi. Ecco qualche consiglio per preparare il vostro antidoto.

 

La varianza

Il poker è un gioco a varianza molto elevata. Questo significa che il caso ha un impatto forte su archi di tempo brevi, rendendo i risultati piuttosto imprevedibili se non si considera un periodo di analisi e osservazione abbastanza lungo.

Non di rado si sentono i giocatori di poker lamentarsi per la varianza negativa, ma quasi mai si fa accenno a quella positiva.

In realtà entrambe hanno eguali possibilità di presentarsi, con l’unica differenza che la nostra mente tende a ricordare più facilmente i momenti negativi piuttosto che quelli piacevoli. Questo “inganno” ha origini molto antiche: sin dall’alba dei tempi il nostro cervello ha funzionato in questo modo per garantire maggiori chance di sopravvivenza all’individuo.

Battere questo meccanismo di difesa vecchio migliaia di anni non è certo un gioco da ragazzi, ma affrontare la questione in modo razionale può migliorare la propria resistenza agli scossoni della varianza.

“Good run” e “bad run”

Quando si vede il grafico di un giocatore vincente, il profitto non è mai rappresentato da una linea retta, piuttosto da un susseguirsi di alti e bassi che hanno nel complesso un trend positivo.

Se ad esempio si prendesse il grafico di un giocatore in grado di tenere 5 big blinds di vincita ogni 100 mani giocate su un campione di osservazione di 1 milione di mani e si isolassero casualmente piccoli periodi da 50.000 mani, molto spesso si vedrebbero risultati molto migliori o molto peggiori di quelli rilevati sul campione più importante. Alcune volte si potrebbe persino osservare un periodo negativo.

Il proprio tasso di vincita non è quello che si osserva nell’arco di una giornata (o persino di un mese) di gioco. Così, quando capita di avere una sessione particolarmente positiva, è bene essere consapevoli del fatto che quello non è il proprio valore atteso al tavolo, bensì il risultato della varianza positiva (anche detta good run).

Per lo stesso motivo è bene mantenere la calma quando si sta perdendo: se il gioco espresso ai tavoi è stato profittevole, è semplicemente colpa della varianza negativa (bad run) e non c’era alcun modo di evitarlo.

Bad run e good run si susseguono continuamente nella carriera di un giocatore di poker e il modo migliore di accettare la prima è riconoscere la presenza della seconda. I giocatori più vulnerabili alla varianza negativa sono infatti quelli che non ammettono mai i propri periodi fortunati, poichè credono di esserseli “meritati” anche quando in realtà non è così.

 

Perdere è nella natura del gioco

I periodi di perdita sono inevitabili: prima o poi tutti quanti finsicono con l’averne. I giocatori più forti sono quelli consapevoli di questo fatto e che di conseguenza accettano la bad run come parte integrante del gioco. Tutti i giocatori di successo hanno affrontato periodi negativi, nessuno ne è immune.

Ne consegue che il proprio valore atteso al tavolo si calcola considerando anche i periodi peggiori. Pensare che le cose vadano sempre bene è semplicemente ingenuo. La bad run è da mettere in conto quando si vogliono fare previsioni sui propri profitti, ma anche e soprattutto per evitare grosse delusioni.

Il profitto su brevi archi di tempo non è un dato attendibile: non ha alcuna rilevanza e non dovrebbe influenzare il proprio gioco o le proprie emozioni. Perdere è inevitabile e l’errore più grave che si possa commettere è quello di cambiare qualcosa che in realtà stava già funzionando bene solo a causa di una perdita momentanea.

 

 

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