RICONOSCI LE FASI DELLA TUA INVOLUZIONE MENTALE NEL GIOCO

Il burnout è una situazione mentale negativa e pessimistica in grado di mettere a dura prova persino i giocatori più esperti. Vincerlo non è semplice, ma il primo passo consiste nel riconoscerlo e comprenderne il funzionamento. Il burnout si sviluppa in 4 fasi, scopriamole.


FASE I – ILLUSIONE
Il burnout ha un'origine così profonda che nasce prima ancora di avere un approccio serio al poker. Molti nuovi giocatori decidono di applicarsi nel poker con l’ingenua convinzione che si tratti di un’esperienza semplice e molto redditizia.

I novizi tendono ad avere una visione distorta di quello che significa essere un giocatore di poker professionista o semi-professionista, immaginando guadagni da capogiro nella comodità del proprio salotto. Il burnout pone le proprie radici in questa illusione.

FASE II –IMPATTO CON LA REALTA’
Purtroppo, prima o poi, ogni giocatore deve fare i conti con quella che è la realtà dei fatti.

L’entusiasmo dei primi tempi diminuisce con le prime bad run, che sembrano sempre arrivare nel momento meno opportuno a rovinare tutto quel che si è fatto.

Si scopre che il grinding, se fatto quotidianamente per diverse ore al giorno, non è poi così divertente e quel fascino che aveva il poker nei primi tempi svanisce pian piano. Ci si inizia a rendere conto che forse non era poi così semplice fare soldi con il poker, che essere i migliori richiede uno studio e una dedizione costanti.

Si inizia a fare i conti con lo stress e il tilt per i quali non si è mai troppo preparati, in breve si inizia a conoscere il primo ostacolo per il successo nel poker: se stessi.

FASE III – FRUSTRAZIONE
La frustrazione nasce quando si sente che tutti i propri sforzi sono inutili, la percezione che in fin dei conti sia tutto in balia del caso. A che serve impegnarsi tanto se i risultati continuano ad essere tutt’altro che incoraggianti?

Questo senso di impotenza sulle proprie sorti è difficile da affrontare se non si ha una profonda consapevolezza della natura di questo gioco e del proprio valore tecnico.

Arrivati a questa fase la voglia di appendere le carte al chiodo è sempre dietro l’angolo, ma bisogna cercare di mantenere la calma e ricomporsi: questa è la fase più intensa del burnout e quasi tutti i giocatori di vecchia data ci sono passati.

FASE IV – APATIA
Si dovrebbe cercare di risolvere il burnout in una delle fasi precedenti in quanto questa, l’ultima, è anche quella da cui è più difficile uscire.

Se non si fa qualcosa per la propria frustrazione il mindset prima o poi collassa e tutte le emozioni negative accumulate nel tempo lasciano spazio alla più completa apatia.
L’interesse per il poker è ormai perso del tutto e non c’è molto che si possa fare: ogni stimolo è ormai svanito.

Molti giocatori rinunciano completamente al poker prima di riuscire a passare questa fase.

LOTTARE CONTRO IL BURNOUT
Ogni giocatore, tanto più se professionista, dovrebbe sempre evitare di arrivare all’ultima fase del burnout. Fortunatamente, come si è visto, il burnout ha un'evoluzione lenta e con una progressione riconoscibile nel tempo.

Quando si subiscono i colpi del burnout, è bene fermarsi un attimo e cercare di schiarirsi le idee.
Più in generale, è preferibile non avere una visione troppo idealistica di quello che significa essere un giocatore di poker, cercando allo stesso tempo di comprendere che la varianza insita nel gioco prevede periodo negativi piuttosto frequenti.

Il burnout è forse la minaccia più grande nella carriera di un giocatore di poker. Riconoscerlo il prima possibile è il modo migliore non solo per limitarne i danni ma anche per trovare strumenti per combatterlo e ripristinare uno stato mentale ottimale.

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