
Molti giocatori sottovalutano i problemi di tilt, nonostante questi siano una delle principali minacce al bankroll. Per vincere il tilt è importante prima di tutto comprenderlo, ecco tutto ciò che c’è da sapere.
Definizione
Spesso si identifica il tilt con un gioco nervoso e iper-aggressivo, in grado di fare perdere diversi stack in una singola sessione. Questo è solo un tipo di tilt, ma ne esistono tanti altri.
Si può dire di essere in tilt ogni volta che si gioca in modo differente da come lo si fa in una condizione mentale ottimale.
Ad esempio anche solo fare un fold di troppo, che normalmente non si farebbe, è sintomo di tilt.
Un gioco passivo e chiuso è sicuramente meno costoso di un gioco LAG insensato, ma questi momenti sono difficili da individuare e tendono a ripetersi per archi di tempo molto lunghi. Per questo motivo un tilt passivo può risultare costoso tanto quanto uno esplosivo, se non di più.
Perchè tiltiamo?
Si potrebbe immaginare il proprio cervello come una struttura suddivisa su tre livelli concentrici:
- in quello più interno risiedono le funzioni vitali e tutto ciò che mantiene in vita l’organismo.
- in quello intermedio prendono posto le emozioni e i sentimenti
- in quello esterno si svolgono tutte le decisioni logiche e le scelte consapevoli
Quando si gioca a poker è chiaramente quest’ultimo quello più importante per garantirsi un profitto al tavolo.
Tuttavia il cervello umano è dotato di uno strumento di difesa molto efficace se si parla di sopravvivenza, ma problematico per chi compie attività logiche. Nel caso infatti in cui uno dei tre livelli venga esposto a stress eccessivo, quelli superiori vanno in blackout.
Per questo motivo in una situazione di vita o di morte non si viene bloccati dalla paura: si agisce e basta.
Allo stesso modo, se ci si espone ad emozioni molto intense non è raro che il proprio pensiero razionale venga offuscato e si compino azioni in base ai propri sentimenti. Al tavolo da poker questo si chiama tilt.
Questo subentra sempre quando ci si fa sopraffare dalle emozioni e si traduce in una grande perdita di valore atteso al tavolo.
Capire le fasi del tilt
Si potrebbe dividere il tilt in tre fasi:
1. Un particolare evento al tavolo genera forti emozioni (anche detto tilt trigger)
2. Queste emozioni prendono il sopravvento e la propria capacità di ragionamento si eclissa
3. Si iniziano ad effettuare giocate –EV che normalmente non si fanno.
Quando il tilt subentra, non c’è modo di fermarlo e l’unico modo per limitare i danni è smettere di giocare il prima possibile e prendere una pausa fino a quando non si ritrova la calma. Spesso ciò è più facile a dirsi che a farsi, infatti rendersi conto di essere in questa condizione richiede una certa lucidità.
Per questo motivo è importante lavorare sui propri tilt triggers, partendo dal stilarne un elenco.
Questi variano da persona a persona, ma i più comuni sono:
- subire un cooler
- subire uno scoppio
- vedere un giocatore ritenuto incapace vincere
- perdere continuamente contro lo stesso avversario
Ne esistono tuttavia tanti altri e si può di fatto definire tilt trigger ogni evento in grado di generare nervosismo.
Una volta fatta la propria lista è importante scriversi anche perchè ognuno di questi è un motivo superfluo per innervosirsi al tavolo da poker, dove questi eventi sono la normalità.
Un consiglio è di tenere questa lista a portata di mano e ogni volta che si incappa in un tilt trigger, fermarsi qualche secondo a valutare la situazione in modo razionale.
Una buona idea è anche quella di scegliere un determinato numero di tilt triggers oltre i quali fermare la sessione, anche se ci si dovesse sentire abbastanza tranquilli. Come visto uno dei problemi principali del tilt è infatti quello di esserne ciechi e porsi regole di questo tipo può aiutare a essere più oggettivi.
Il tilt è un problema grave al tavolo, ma comprenderlo al meglio è importante per cominciare a combatterlo. Ciò richiede tempo e pazienza, ma ogni sforzo sarà ricompensato sul lungo periodo.