Si è ufficialmente conclusa l’edizione delle World Series of Poker più strana e più assurda di sempre. È stata la prima in assoluta in cui nessun torneo ha preso il via, né si è concluso in presenza, tra le mura di un casinò di Las Vegas. Per carità, è stata un’edizione particolarmente propizia per noi, visto che abbiamo portato a casa due braccialetti con Enrico Camosci e Nicolò Molinelli, ma di certo è mancato qualcosa a tutti gli appassionati.

Le World Series of Poker sono da sempre in grado di regalarci e farci raccontare storie fantastiche, alcune di queste quasi al confine della realtà. E anche in un’edizione come quella attualmente in corso, la prima della storia a giocarsi interamente online, ci viene data la possibilità di narrare la vicenda di un uomo, la cui passione per il poker è sempre stata calmierata da altri interessi. Il suo nome è Ron McMillen e rischia di passare alla storia con una caratteristica che lo rende senza dubbio unico.

Arrivano continuamente storie molto curiose legate alle annuali WSOP, che si stanno tenendo esclusivamente online a causa dei problemi legati alla pandemia.

E' nella storia il professionista gallese, ma di chiare origini italiane, Roberto Romanello, che qualche giorno fa è riuscito a completare il Triple Crown, grazie al braccialetto WSOP ottenuto online.